Trieste Libera

RIGASSIFICATORE NEL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE: CAPITOLO FINALE

Da sinistra Franc Malečkar, Roberto Giurastante, Vojko Bernard (presidente AAG).

Una delle conferenze stampa di Alpe Adria Green (AAG) a Lubiana per presentare le azioni contro il progetto del rigassificatore della Gas Natural. Da sinistra Franc Malečkar, Roberto Giurastante, Vojko Bernard (presidente AAG). Alpe Adria Green ha avviato fin dal 2009 una azione di denuncia europea contro l’insostenibile progetto della Gas Natural interessando Commissione Europea e Parlamento Europeo, oltre al Governo sloveno. E’ stata questa l’azione determinante per bloccare i progetti dei due terminali di rigassificazione sostenuti dall’Italia nel Golfo di Trieste.

La recente decisione della società spagnola Gas Natural di rinunciare alla realizzazione di un terminale di rigassificazione nel golfo di Trieste è un altro segnale positivo per il futuro del Porto Franco Internazionale del Territorio Libero di Trieste.

Dopo 15 anni la Gas Natural ha gettato la spugna, arrendendosi alla fine di fronte alla impossibilità di portare a termine un progetto tanto contestato. Adesso tutti si dichiarano da sempre contrari al rigassificatore, ma la realtà è molto diversa.

La Gas Natural ha avuto tutti gli appoggi possibili dalla politica italiana per realizzare questo impianto che sarebbe stato la fine del Porto Franco di Trieste trasformato in un porto combustibili nella parte meridionale (Porto Franco Nuovo) con la contemporanea cessazione del Porto Franco Nord (il cosiddetto “porto vecchio”) convertito in area urbana per dare il via libera ad una maxi speculazione immobiliare.

Se questo rigassificatore non è passato lo si deve all’opposizione convinta e determinata della gente, ed al ruolo non certo trascurabile avuto da Alpe Adria Green, movimento ambientalista sloveno che è riuscito a coinvolgere l’opinione pubblica portando il Governo Sloveno ad esprimere una netta contrarietà ad ogni progetto di terminale (all’inizio erano due) nel Golfo di Trieste.

Il ruolo della Slovenia è stato poi determinante anche in sede di Unione Europea dove il contrasto al progetto ha determinato uno dei primi contenziosi transfrontalieri tra Stati membri.

Come componente di AAG ho avuto un ruolo diretto in questa lunga azione a difesa dell’ambiente e dei cittadini.

Sono stato il proponente di alcune delle petizioni poi discusse al Parlamento Europeo sulle violazioni sia del diritto comunitario che internazionale. Il terminale veniva proposto infatti nel Porto Franco Internazionale di Trieste che è al di fuori della sovranità dello Stato italiano e territorio extra U.E. essendo un ente di Stato dell’attuale Territorio Libero di Trieste.

E che il ruolo di AAG sia stato così importante in questa dura battaglia di legalità è dimostrato anche dalle querele indirizzate dalla Gas Natural.

Tre dirigenti di AAG (Franc Malečkar, Roberto Giurastante, Paolo G. Parovel) si sono trovati accusati di avere leso l’onore della multinazionale spagnola dell’energia per avere denunciato pubblicamente le falsificazioni contenute nello studio di impatto ambientale approvato dal Ministero dell’Ambiente italiano.

Falsificazioni nemmeno contestate dalle autorità pubbliche locali (Regione FVG, Comuni).

Le accuse nei confronti dei tre rappresentanti di AAG si sono poi sciolte come neve al sole portando alla completa assoluzione degli ambientalisti che non avevano avuto alcuna paura, nonostante intimidazioni di stampo mafioso (personalmente mi sono trovato una testa di capretto davanti alla porta di casa), a rendere pubblico uno scandalo del sistema di corruzione europeo.

Ed è da questa battaglia a difesa dell’ambiente che nasce la stessa azione legalitaria con cui è stata riaperta la questione dell’attuale Territorio Libero di Trieste, come ho raccontato nel primissimo post di questo blog: LINK

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

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4 pensieri su “RIGASSIFICATORE NEL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE: CAPITOLO FINALE

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