Trieste Libera

PER TRIESTE, CON LA FORZA DEI NOSTRI DIRITTI

La massiccia partecipazione dei cittadini del Territorio Libero di Trieste aderenti alle cause di accertamento dei diritti fiscali promosse dall'IPR FTT ad una delle udienze nel Tribunale di Trieste.

La massiccia partecipazione dei cittadini del Territorio Libero di Trieste aderenti alle cause di accertamento fiscale promosse dall’IPR FTT ad una delle udienze nel Tribunale di Trieste.

Il futuro del Territorio Libero di Trieste e dei suoi cittadini e imprese dipende dalla piena attuazione dei suoi diritti fiscali di Stato indipendente e dalla corretta amministrazione del suo ente di Stato più importante: il Porto Franco internazionale.

Ed è proprio questo l’obiettivo delle tre cause civili promosse dalla I.P.R. F.T.T. e sostenute da Trieste Libera, che ha organizzato oltre 1600 adesioni di cittadini ed imprese: ottenere che il Governo Italiano faccia fede ai suoi obblighi di amministratore civile provvisorio del Territorio Libero di Trieste, ruolo che gli è sub-affidato dai Governi di Stati Uniti e Regno Unito per conto delle Nazioni Unite.

Dal 1954 infatti il Governo italiano affianca al ruolo di Governo ordinario della Repubblica italiana in base alla Costituzione (entrata in vigore il 1 gennaio 1948) quello di Governo sub-amministratore di un secondo Stato, il Territorio Libero di Trieste – Free Territory of Trieste, indipendente dal 1947 e pienamente riconosciuto anche nel sistema giuridico italiano, presupposto, questo, necessario per poterlo amministrare.

Questa la situazione di diritto: la storia ci insegna che approfittando prima delle tensioni della Guerra Fredda e poi della dissoluzione della Jugoslavia, il Governo italiano ha lasciato che i suoi organi e funzionari, anziché governare il Territorio Libero di Trieste ed amministrarne il Porto Franco internazionale secondo la legge (il Trattato di Pace del 1947 fornisce istruzioni dettagliatissime riguardo al regime di Governo provvisorio) simulassero la sovranità dello Stato italiano imponendovi, ad esempio, le pesantissime tasse della Repubblica italiana oppure le elezioni di quello Stato, sopprimendo anche la legittima rappresentanza dei suoi cittadini.

E sono state proprio le tre cause azionate dal 2017 dall’I.P.R. F.T.T. per il ripristino del legittimo regime fiscale, per l’inapplicabilità dell’IVA dello Stato italiano a Trieste ed infine per l’amministrazione del Porto Franco internazionale del Territorio Libero che rendono ora possibile confrontarsi direttamente con il Governo amministratore italiano (LINK).

Fino ad ora, infatti, tanto i sostenitori quanto i detrattori della questione del Territorio Libero ne discutevano in termini puramente politici, mentre si tratta di una questione legale.

Questa strada è stata aperta dal Movimento Trieste Libera (LINK), che fin da subito ha rifiutato il vicolo cieco dei partiti e delle elezioni (peraltro convocate illegalmente in base a leggi italiane invece che con le norme del Territorio Libero) per concentrarsi sull’analisi e sullo studio giuridico, che nel 2013 ha portato alla formulazione di un primo, seppur ancora embrionale “Atto di reclamo e messa in mora” il primo documento legale (dal 1954!) a fare il punto sugli obblighi del Governo amministratore italiano, a denunciare puntualmente la loro violazione ed a proporre delle rapide soluzioni per il ripristino della legalità.

In particolare, di queste tre nuove cause, è decisiva l’azione legale per il ripristino della corretta amministrazione del Porto Franco internazionale di Trieste, che ha esistenza giuridica soltanto in quanto ente di Stato del Territorio Libero.

La questione del Territorio Libero di Trieste e dei suoi diritti è più che mai rilevante ora che, non senza “aiuti” e “suggerimenti” dalla camorra nazionalista italiana di Trieste il Governo italiano tenta di cedere il Porto Franco Internazionale di Trieste alla Repubblica Popolare Cinese per trasformarlo in un terminale della “Via della Seta”, il progetto geopolitico con il quale il colosso asiatico cerca ora di penetrare nei Paesi occidentali assoggettandoli alla proprio potenza economica (anche indebitandoli profondamente) e militare.

E Trieste con il suo Porto nel cuore dell’Europa ha una posizione strategica tanto per questi ambiziosi progetti di proiezione di potenza cinesi quanto per gli interessi euro-atlantici a mantenere saldamente il controllo dell’area, si veda la Three Seas Initiative a trazione statunitense, che coinvolge gli Stati dell’Europa centrale tra il Baltico, l’Adriatico ed il mar Nero.

Il lungo “congelamento” dei diritti economici e politici del Territorio Libero di Trieste, ora più che mai non riguarda soltanto i rapporti tra la popolazione amministrata ed il Governo sub-amministratore: ne sono coinvolti interessi e diritti dell’intera comunità internazionale che non solo si è vista sottrarre per decenni il legittimo utilizzo dell’unico Porto Franco internazionale del mondo, ma rischia ora di vederlo trasformato in un avamposto della Repubblica Popolare Cinese nel cuore della NATO e dell’Europa in piena recessione anche a seguito della pandemia di covid-19.

È tempo quindi che l’anacronistica e dannosa simulazione della sovranità italiana su Trieste e sul suo Porto Franco internazionale sia fatta cessare, ed il Governo italiano è il primo soggetto responsabile tenuto a porvi rimedio.

Il “sistema” di corruzione che governa Trieste ammantandosi di nazionalismo italiano è infatti diventato una fonte di destabilizzazione che ormai da decenni parassita il degrado di Trieste e che ora cerca di consolidarsi definitivamente sabotando il Porto Franco internazionale di Trieste, dipinto come un letale concorrente per i porti italiani, mentre in realtà l’Italia e le sue imprese sono tra i soggetti ai quali il Trattato di Pace riconosce precisi diritti economici, che potrebbero quindi trarre beneficio dalla sua piena attivazione.

Il momento è perfetto per ripristinare la legalità: da un lato, gli Stati Uniti hanno posto il veto allo sbarco della Repubblica Popolare Cinese nel Porto Franco internazionale di Trieste ed agli accordi-trappola già firmati per conto del Governo italiano dall’illegittimo presidente dell’autorità portuale Zeno d’Agostino (LINK).

Dall’altro lato, ci sono proprio le cause avviate dall’I.P.R. F.T.T. e da Trieste Libera, che dimostrano la volontà dei cittadini e delle imprese di Trieste di ottenere il rispetto dei diritti del loro Stato, il Territorio Libero di Trieste, anche a beneficio dell’intera comunità internazionale.

È il risveglio legalitario di Trieste dopo decenni di false speranze e di fiducia in un sistema politico locale fatto in realtà di abusi e malaffare (LINK). Ed è proprio questo nuovo spirito combattivo incarnato dai “rivoluzionari legalitari” che sostengono queste cause a rappresentare un forte segnale positivo per il futuro di Trieste, perché la storia sta tornando per cambiare il nostro destino e questa volta dobbiamo esserci.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

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