EPPURE RESISTETTERO FINO ALLA FINE…
Estate 1914: l’Infanterieregiment Nr. 1 degli Honvéd parte per il fronte orientale. Verrà poi trasferito nel giugno del 1915 nel settore meridionale del fronte dell’Isonzo. A questo reggimento, dissanguatosi sul San Michele, si deve la strenua difesa nell’agosto-settembre 1916 dei bastioni del Fortino Triangolare-Quota 208 Nord-Quota 208 Sud, tra Opatje Selo e Nova Vas, capisaldi della nuova linea austro-ungarica prima dell’Hermada.
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“Non c’è pietra sul Carso tra il Monte San Michele e il Monte Hermada, che non abbia ricevuto il suo tributo di sangue magiaro. Qui migliaia di Honved con il loro sacrificio scrissero una delle pagine più eroiche della prima guerra mondiale”.
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“Questo conglomerato di razze così culturalmente distanti fra di loro sopportò per quattro anni gli eventi traumatici della guerra in un modo che lasciò allibiti i suoi avversari”.
B.H. Liddell Hart
L’esercito dell’Austria-Ungheria (Kaiserliche und Königliche Armee) difese fino alla fine quell’Europa multietnica che era rappresentata dall’Impero austriaco.
Sui fronti della Galizia, della Romania, dei Balcani, dell’Isonzo, delle Alpi, della Palestina, questo esercito, emblema di una delle più antiche monarchie europee, combatté senza mai cedere, spesso contro avversari superiori di mezzi e di uomini.
Quattordici popoli diversi uniti in uno Stato tollerante, lottarono disperatamente con il loro esercito in una guerra perduta. Lottarono per un mondo migliore. Furono sopraffatti ma non sconfitti.
E di quel mondo perduto che essi rappresentavano ci rimane sempre nostalgia. La nostalgia di una società dove i valori erano chiari ed erano fondati sul rispetto della diversità. Una società per molti versi migliore di quelle in cui oggi viviamo.
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