QUANDO IL TERRITORIO DI TRIESTE SARÀ LIBERO
Articolo dell’8 novembre 2014.
Anche nel 2014 non sono mancate le celebrazioni per l’anniversario del “ritorno” di Trieste (e del suo porto) all’Italia. Celebrazioni in pompa magna, molto più che negli anni precedenti. Un segnale della debolezza intrinseca di uno Stato che deve cercare di impressionare il mondo ostentando un nazionalismo anacronistico.
Ormai la “camorra” nazionalista locale vede che il castello di menzogne sul quale è stata costruita la sua simulazione di sovranità italiana su Trieste comincia a scricchiolare. E allora cerca di dare un segnale chiaro per far capire che per Trieste è disposta a tutto perché “Trieste è Italia, e l’Italia è Trieste”.
Questo in sintesi è il messaggio di queste celebrazioni. Nazionalismo per respingere le richieste di legalità dei cittadini di Trieste. Legalità stabilita non solo in base al Trattato di Pace del 1947 ma anche in base alle stesse leggi italiane. L’indipendenza di Trieste è riconosciuta dal 15 settembre del 1947.
La precedente sovranità italiana era durata 23 anni: dalla fine della prima guerra mondiale, prima della quale Trieste era stata felicemente parte dell’Austria per mezzo millennio fino appunto alla fine della seconda guerra mondiale.
Trieste è stata assoggettata due volte agli abusi del nazionalismo italiano.
La prima volta inizia il 3 novembre 1918. Prima con l’occupazione, poi con l’annessione (1920). Gli abusi del nazionalismo italiano, prima ancora del fascismo, poi con il regime di Mussolini l’orrore delle leggi razziali ed infine un’altra sanguinosissima guerra.
La seconda volta dopo il 26 ottobre del 1954. Dopo che i Governi di Stati Uniti e Regno Unito hanno sub-affidato l’amministrazione civile provvisoria di Trieste al Governo Italiano (Memorandum d’Intesa c.d. “di Londra”).
Per legge, il Governo italiano doveva agire in continuità con il precedente Governo Britannico-Statunitense del Territorio Libero. Invece, nonostante le loro stesse leggi, i rappresentanti locali del Governo Italiano non hanno esitato a simulare la sovranità italiana su Trieste.
Ammantati di nazionalismo, in collusione con i potentati locali, hanno fatto di Trieste una sorta di colonia. Questo è il volto della “camorra” nazionalista locale.
Ogni anno quindi le infauste ricorrenze per ricordare ai triestini il loro triste destino di popolo oppresso (peraltro in nome di uno Stato che ha i più alti livelli di criminalità e corruzione d’Europa) sono concentrate tra il 26 ottobre e il 4 novembre.
Quest’anno per celebrare il 60° della “seconda redenzione” (come la chiamano le autorità italiane), la Marina Militare italiana ha inviato pure la sua ammiraglia, la portaerei Cavour, affiancata dalla fregata Fasan, uno degli ultimi modelli di una classe che rappresenta il fiore all’occhiello della Marina del Belpaese.
Ci sono i soliti bersaglieri che sfilano. Reduci e reparti in servizio. Gli Alleati li chiamano uomini “gallina” per la penna di gallo che portano sull’elmetto. I pochi reduci sembrano sperduti e rendono ancora più triste questa surreale parata. Sfilano con un tentato passo di corsa nello stile del corpo, ma sembrano arrancare: un’immagine molto attuale della decadente Repubblica Italiana.
Non ci sono le frecce tricolori. Questa volta, e pur in un’occasione così importante come questa, la pattuglia acrobatica italiana sembra avere altri impegni. Nel gennaio di quest’anno ero intervenuto pubblicamente per sollevare la questione dei voli radenti degli Aermacchi MB 339 delle Frecce Tricolori a Trieste ed ero stato immediatamente attaccato dai tanti fans di questa pattuglia acrobatica.
ll fatto è che il problema era davvero spinoso: poteva l’Italia sorvolare con i propri aerei militari lo spazio aereo smilitarizzato del Territorio Libero? Poteva farvi voli di addestramento, peraltro in pieno centro abitato, mettendo così a rischio la vita di centinaia di persone?
Naturalmente la cosa non era finita lì. Avevo segnalato l’accaduto con opportuna denuncia alle Nazioni Unite, alla NATO, e ad alcuni Paesi firmatari del Trattato di Pace tra cui la Russia.
Sia quel che sia, le frecce tricolori almeno in questa occasione non si sono viste. Sarà magari che in questo momento di tensione con sorvoli di aerei militari russi sui cieli europei è meglio evitare quelle che potrebbero essere interpretate come provocazioni.
Alla fine l’unica cosa che rimarrà di queste celebrazioni costose e non volute (almeno dai triestini) è il totale disinteresse con cui sono state accolte dai triestini. Ovvero dal popolo oppresso. Manifestazioni disertate dai cittadini e che si sono svolte nel grigiore assoluto dell’autunno. Forse anche il potere di chi le ha organizzate sta per volgere al tramonto.
Allora Trieste sarà di nuovo libera.
Aggiornamento: nel settembre 2015 sono emersi documenti che chiariscono la questione dei rapporti tra la NATO, l’Italia e l’attuale Territorio Libero di Trieste: CODICE ACP 104 NATO.