TRIESTE LIBERA: INDAGATI PER COSA?
AGGIORNAMENTO: il 10 luglio 2017 il processo è arrivato alla sentenza di primo grado, che ha demolito clamorosamente l’imputazione. La manifestazione di Trieste Libera quindi non era eversiva: LINK.
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LA PROCURA DELLA REPUBBLICA AVVIA UN’INCHIESTA CONTRO 20 ATTIVISTI DI TRIESTE LIBERA PER LA MANIFESTAZIONE DEL 10 FEBBRAIO 2014 A DIFESA DEL PORTO DI TRIESTE E DELLA LEGALITÀ. FONTE: IL PICCOLO.
Qualche giorno fa “Il Piccolo” ha pubblicato la notizia con gran clamore, in prima pagina e con tanto di lancio dalla locandina. Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Trieste Federico Frezza starebbe indagando 20 attivisti di Trieste Libera per avere bloccato gli accessi al Porto Franco Nord di Trieste (il c.d. “Porto Vecchio”) durante la manifestazione organizzata dal Movimento il 10 febbraio in concomitanza con la scadenza dell’ultimatum per la riattivazione del porto franco, sospeso in violazione di legge dal Commissario del Governo e Prefetto, Maria Adelaide Garufi.
Al di là del fatto che rendere pubblica una notizia coperta dal segreto d’indagine costituisce violazione della stessa legge italiana (in ogni caso gli indagati dovrebbero almeno ricevere l’avviso di garanzia per potersi difendere senza il pregiudizio della gogna pubblica), qui si sta parlando di una legittima azione di difesa della legalità avviata dai cittadini di Trieste.
La manifestazione contestata dalla Questura di Trieste e dall’autorità giudiziaria locale per mancanza di autorizzazione si è svolta pacificamente e nel nome della legalità.
Il Porto Franco Nord è un settore strategico del Porto Franco internazionale che esiste come ente di Stato del Territorio Libero di Trieste.
Tale è infatti il Porto Franco Nord (Vecchio) di Trieste in base al Trattato di Pace di Parigi del 10 febbraio 1947 che ne regola il funzionamento al suo allegato VIII. Si tratta di un Porto Franco Internazionale come stabilito dalla Risoluzione S/RES/16 (1947) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in regime di semplice amministrazione provvisoria che i governi di Stati Uniti e Regno Unito hanno sub-affidato al Governo italiano con il Memorandum di Intesa di Londra del 1954.
La giurisdizione italiana nel Porto Franco di Trieste è tassativamente esclusa essendo esso costituito come ente di Stato del Territorio Libero, non dunque della Repubblica italiana.
I cittadini di Trieste che il 10 febbraio hanno manifestato a difesa del Porto Franco il cui regime è stato sospeso illegittimamente dal Commissario incaricato dell’amministrazione provvisoria italiana hanno quindi non solo esercitato i loro diritti e difeso la legalità internazionale.
Legalità calpestata dai rappresentanti locali dell’amministrazione italiana che, nell’esecuzione del piano di distruzione del Porto Franco Internazionale di Trieste, vorrebbe urbanizzare l’intera area del Porto Franco Nord sottraendola all’attività portuale e sottoponendola ad una maxi speculazione immobiliare in odore di mafia deviandone i preziosi traffici sui porti dell’Italia meridionale anch’essi nella morsa della criminalità organizzata.
Ed è davvero interessante notare come tutti coloro che si oppongano a queste pesantissime infiltrazioni mafiose da miliardi di euro vengano intimiditi, minacciati ed attaccati dalla stessa autorità giudiziaria che calpesta i suoi doveri e le leggi del suo stesso Stato per favorire l’illecita e soffocante simulazione di sovranità italiana sull’attuale Territorio Libero.
Un’amministrazione di cui beneficia soltanto una “camorra nazionalista”.
Cittadini del TLT sotto processo per dare il via libero definitivo alla mafia?
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