Trieste, 13 dicembre 2012. – Ieri sera, all’hotel Savoia si è svolto il convegno “Il futuro è il porto”. Trieste Libera ha presidiato l’hotel per ricordare ai politici locali come dovrebbe essere quel futuro.
Prima di tutto, per legge, dal 1947 il Porto Franco internazionale appartiene al Territorio Libero di Trieste.
Secondo, in base alle stesse leggi (che sono anche leggi italiane), l’area è vincolata ad uso portuale.
Questo significa che non può ospitare il rigassificatore di Gas Natural o perdere il settore nord. Entrambe le operazioni sono illegali. Eppure i politici locali le sostengono trasversalmente.
Durante il convegno i politici hanno ostentato grande interesse per il Porto di Trieste.
Tuttavia, sul quotidiano locale “Il Piccolo” i medesimi politici promuovono un “ultimo disperato assalto” trasversale al Parlamento (!) per ottenere la sdemanializzazione illecita del Porto Franco Nord di Trieste.
Quello che chiamano ingannevolmente “porto vecchio”. Secondo loro “vecchio” sarebbe sinonimo di “inutile”.
La sdemanializzazione è una vera e propria truffa.
Non soltanto il Parlamento italiano non ha poteri su Trieste e sul suo Porto (che sono indipendenti dal 15 settembre 1947) ma un’eventuale approvazione violerebbe sia le leggi italiane in materia sia l’ordinamento internazionale.
Nel 1954 infatti, con il Memorandum d’Intesa sul Territorio Libero di Trieste, i Governi di Stati Uniti e Regno Unito hanno sub-affidato l’amministrazione civile provvisoria dell’attuale Territorio Libero al Governo italiano (non allo Stato). Tramite un commissario, esso vi esercita un ruolo distinto da quello di Governo eletto della vicina Repubblica italiana.
Accettando il sub-mandato, il Governo italiano si è impegnato a mantenere il Porto Franco internazionale di Trieste (costituito dall’art. 34 dell’allegato VI del Trattato di Pace del 1947) in osservanza degli articoli da 1 a 20 dell’allegato VIII del medesimo trattato. Articoli che ne stabiliscono la delimitazione e ne permettono l’ampliamento, ma non la riduzione.
L’approvazione di norme contro il Porto Franco Nord metterebbe quindi in serio dubbio anche il mandato d’amministrazione. Con conseguenze anche a livello internazionale: un simile atto illecito diventerebbe infatti un precedente pericoloso e destabilizzante.
Trieste Libera osserva quindi che nonostante le dichiarazioni d’intenti dei politici, nessuno di loro è interessato realmente alla tutela ed allo sviluppo del Porto di Trieste. Nessuno di loro si oppone al rigassificatore. Nessuno di loro si oppone al tentativo d’urbanizzazione illegale che causerebbe la distruzione dei 70 ettari del Porto Franco Nord.
Al contrario, Trieste Libera si oppone all’operazione da aprile [2012] con manifestazioni, cortei e denunce internazionali.
Su “La Voce di Trieste” è stata pubblicata anche un’inchiesta e analisi dell’operazione contro il Porto Franco Nord. Invitiamo tutti a leggerla.