Trieste Libera

VERSO LA LIBERAZIONE FISCALE DI TRIESTE

VERSO LA LIBERAZIONE FISCALE DI TRIESTE

VERSO LA LIBERAZIONE FISCALE DI TRIESTE

È stata un’udienza emozionante quella che si è svolta martedì 15 maggio nell’aula della corte d’assise del Tribunale di Trieste. Era l’udienza conclusiva della causa di accertamento fiscale promossa dall’I.P.R. F.T.T. ovvero la rappresentanza di Stato provvisoria del Territorio Libero di Trieste.

La causa è importante per il futuro di Trieste e del suo Porto Franco: cittadini ed imprese del Territorio Libero di Trieste vogliono che finalmente il regime fiscale indipendente del loro Stato venga attuato e senza ulteriori disattenzioni.

Una differenza enorme: niente più tasse italiane e il gettito delle nuove imposte da ridefinire al ribasso (il Territorio Libero di Trieste non ha accumulato debito pubblico) rimane comunque qui. La vera ricchezza è poi nello sviluppo del Porto Franco internazionale, il porto naturale dell’Europa centrale.

Uno Stato con tasse inferiori a quelle dell’Unione Europea, con diritto alla propria valuta, una Borsa valori operativa, e con l’unico Porto Franco Internazionale al mondo. E con una popolazione di appena 240.000 abitanti. Tutto questo è un diritto a portata di mano e questa causa serve ad affermarlo.

L’udienza civile è la più partecipata mai vista a Trieste. Tanta gente da riempire completamente la più grande aula del tribunale. L’appello fatto dal nostro avvocato dura quasi un’ora.

Alla fine risulteranno 598 ricorrenti tra cittadini e imprese. Questa volta l’evento è seguito anche dai media locali. È la prima volta. Segno che i tempi stanno cambiando, con la velocità di questa rivoluzione della legalità avviata dai cittadini.

L’udienza, che è quella delle conclusioni, si svolge poi rapidamente. Confermata la validità di tutte le prove documentali prodotte dai ricorrenti (e tra queste l’importantissima expertise prodotta dall’I.P.R. F.T.T. vero caposaldo dell’intera linea di diritto del TLT) nella desolante aridità delle difese delle controparti citate a giudizio (e tra queste il Governo italiano amministratore dell’attuale Territorio Libero su sub-delega dei governi di Stati Uniti e Regno Unito per conto delle Nazioni Unite).

In diritto non c’è neanche battaglia. Questa causa lo ha dimostrato. Nessuno può contestare quanto sostenuto dai ricorrenti: sono precisamente le stesse leggi italiane in vigore quelle di cui si chiede l’accertamento. E non ce ne sono altre.

Il regime fiscale indipendente del Territorio Libero di Trieste è anche il frutto di queste leggi, che il Governo italiano non può negare e che il giudice non può disapplicare.

L’avvocato di Stato, che in udienza non aveva argomentato la tesi politica ed insostenibile dell’inesistenza del Territorio Libero di Trieste (che costituirebbe una vìolazione del sub-mandato di amministrazione e del Trattato di Pace del 1947), davanti alle telecamere della RAI si lancia invece in un’ardita affermazione che può solo accrescere l’imbarazzo per il Governo italiano: la sedicesima risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non sarebbe mai stata attuata e questo significherebbe che il Territorio Libero di Trieste non è mai stato costituito.

Verrebbe da ridere di fronte ad un’uscita non degna certo di un avvocato, men che meno se rappresenta uno Stato. Prendiamola allora come una battuta.

Certo qualcuno dovrebbe spiegare alla signora che quella risoluzione è sempre valida e non è mai stata abrogata ed anzi, costituiva uno dei presupporti per l’entrata in vigore del Trattato di Pace. Infatti il Territorio Libero è costituito sotto la difesa diretta delle Nazioni Unite dall’art. 21 del Trattato, recepito dalla Repubblica italiana ed attuato con le stesse leggi di cui in questa causa si chiede il rispetto.

Ed ora, come detto, attendiamo la sentenza. Nella certezza che la legge non può che essere rispettata.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

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