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I TENTATIVI DI ANNETTERE IL PORTO FRANCO DI TRIESTE: DAL TERZO REICH ALLA REPUBBLICA ITALIANA

ObersteKommissar-AK

Il tentativo in corso da parte dello Stato italiano per convertire la parte settentrionale del Porto Franco di Trieste in zona urbana sdemanializzando l’intera area costituisce una severa violazione del Trattato di Pace del 1947 che costituisce quel porto come Ente di Stato del Territorio Libero di Trieste.

Il pressing delle autorità italiane si è concretizzato recentemente in un accordo per trasferire in proprietà al Comune di Trieste e poi vendere alla speculazione edilizia ed immobiliare privata la gran parte del complesso funzionale vincolato del Punto Franco Nord del Porto Franco internazionale di Trieste.

Per fare questo l’Agenzia del Demanio ha dovuto simulare la sovranità dello Stato italiano sull’intero Porto Franco Internazionale di Trieste. Sovranità appunto inesistente ai sensi del Trattato di Pace in vigore che assegna la proprietà di tutti i beni immobili e mobili inclusi nel perimetro dei Punti Franchi vincolati del Porto Franco internazionale di Trieste al Demanio e patrimonio di Stato del Territorio Libero di Trieste – Porto Franco internazionale di Trieste per legge vigente.

Pertanto l’attribuzione al Demanio dello Stato italiano di detti beni, e di tutti gli altri previsti dall’art. 2 dell’Allegato VIII del Trattato di Pace, è priva di qualsiasi titolo giuridico valido, e si configura come frode, pluriaggravata in caso di vendite, cessioni e ricavi senza titolo, come quelli che vengono ora tentati sul Porto Franco Nord.

Ma come si è arrivati a questo punto?

Il Trattato di Pace del 1947 aveva risolto definitivamente una situazione problematica che riguardava appunto l’importante Porto di Trieste, trasferito al Regno d’Italia con un atto di annessione (Trattato di Rapallo del 1920) al termine della prima guerra mondiale. L’Italia era così riuscita a impadronirsi del più pericoloso porto concorrente, o meglio “nemico”, di quelli italiani. Trieste non aveva infatti nulla a che vedere con lo Stato italiano avendo fatto felicemente parte per mezzo millennio dell’impero austroungarico di cui lo scalo di Trieste era il porto principale.

Il porto di Trieste deve la sua fortuna proprio all’Austria che lo fece diventare porto franco dell’impero. Un Impero che alla vigilia della prima guerra mondiale contava 52 milioni di abitanti ed un Porto Franco come Trieste diventato tra i più importanti a livello mondiale.

Le disgrazie di Trieste iniziarono invece con la dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico ed il suo trasferimento all’Italia che non aveva alcun interesse a potenziarlo vista la sua posizione strategica per i Paesi dell’Europa centrale al di fuori dell’area di influenza italiana. Iniziò così il declino.

Da una occupazione all’altra si arrivò a quella della Germania nazista avvenuta durante la seconda guerra mondiale dopo che il Regno d’Italia aveva firmato l’armistizio di Cassibile con le potenze alleate (3 settembre del 1943).

L’Italia quale Paese aggressore si arrendeva incondizionatamente agli Alleati e si schierava contro l’ex alleato tedesco. Trieste venne quindi occupata dalla Germania e inserita nell’Operationszone Adriatisches Kustenland (Zona Operazioni del Litorale Adriatico).

Terminata la guerra il Trattato di Pace costituisce il Territorio Libero di Trieste con l’articolo 21. Tale è lo status di Trieste, Stato indipendente dall’entrata in vigore del Trattato, il 15 settembre del 1947.

Da allora niente è cambiato. Il Territorio Libero di Trieste è uno Stato in regime di amministrazione provvisoria, liberato da tutte le leggi fasciste. Lo Stato italiano, che si stava intanto costituendo come repubblica, non poteva vantare alcun diritto su di esso, avendolo pienamente riconosciuto.

Ma dopo il 1954, disconoscendo il mandato conferito al Governo italiano con il Memorandum di Londra, la lobby nazionalista locale simula la sua sovranità italiana sul Territorio Libero di Trieste. In cambio ne ricava vantaggi ed immunità, a scapito dei diritti di Trieste e della Comunità internazionale.

Ora questa simulazione illegale culmina nel tentativo di annettere il Porto Franco Internazionale al demanio dello Stato italiano. Un atto illegittimo esattamente come la precedente, mai dichiarata, annessione del Terzo Reich. Ma ancor più grave perché fatto in tempo di pace dal Paese sconfitto ed in violazione del Trattato di Pace di cui è obbligatorio il rispetto. Anche per la Repubblica italiana.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

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