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LA PROVINCIA DI TRIESTE AI TEMPI DEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE, OVVERO OGGI

LA PROVINCIA DI TRIESTE AI TEMPI DEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE, OVVERO OGGI.

Articolo del 23 gennaio 2015.

LA PROVINCIA DI TRIESTE AI TEMPI DEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE, OVVERO OGGI

Frontespizio della Gazzetta Ufficiale n. 69 del 24 marzo 1951 – Suppl. Ordinario che, in materia di elezioni, menziona il confine tra Italia e Territorio Libero di Trieste.

Continua a destare sensazione la dimostrata inesistenza giuridica della Provincia di Trieste quale amministrazione pubblica della Repubblica italiana nel Territorio Libero.

Ne ho già parlato in un mio post che ha suscitato molto interesse.

La Provincia italiana di Trieste ha cessato di esistere con l’entrata in vigore del Trattato di Pace il 15 settembre del 1947 non potendoci essere organi di altri Stati nel neoistituito Territorio Libero.

L’attuale Provincia di Trieste è un organo omonimo ma diverso, fa parte del Territorio Libero di Trieste ed esiste in base alle leggi di questo Stato (Ordine n. 259 del 1948).

Esattamente come la Corte di Appello di Trieste che cessava di svolgere le funzioni di distretto giudiziario dello Stato italiano per diventare un tribunale del Territorio Libero di Trieste.

Nel 1954, quando il Governo italiano subentrava al G.M.A. T.L.T. (Governo Militare Alleato del Territorio Libero di Trieste) in base al Memorandum di intesa di Londra, si assumeva l’obbligo di continuare l’amministrazione civile provvisoria dell’allora Zona A del Territorio Libero di Trieste e del suo Porto Franco internazionale ai sensi del Trattato di Pace (tuttora vigente).

Naturalmente non saremmo qui a discutere se l’amministrazione italiana avesse mantenuto gli impegni assunti con i trattati internazionali, ma purtroppo così non è stato. Se l’amministrazione provvisoria fosse stata rispettata il Porto Franco di Trieste sarebbe ora il principale scalo del Mediterraneo e Trieste la Singapore europea.

Invece, i funzionari incaricati di esercitare l’amministrazione del Governo italiano hanno iniziato a simulare la sovranità (cessata nel 1947) dello Stato italiano su Trieste. Alla base delle loro menzogne vi è quella sull’inesistenza del Territorio Libero di Trieste quale Stato. In realtà, basta leggere l’articolo 21 del Trattato di Pace, ratificato dall’Italia, per scoprire che l’Italia riconosce il Territorio Libero dal 1947.

Menzogna dopo menzogna i funzionari locali hanno costituito, anno dopo anno, un sistema di corruzione che, nel nome di un nazionalismo anacronistico, simula la sovranità italiana sul Territorio Libero e sul suo Porto Franco internazionale. Questo danneggia non solo i cittadini, ma anche la comunità internazionale. La simulazione si alimenta di tentativi di negare o cancellare le prove dell’esistenza del Territorio Libero: da un lato con propagande nazionaliste anacronistiche, dall’altra calpestando le leggi.

Ne sono validi esempi l’attribuzione forzosa della cittadinanza italiana ai triestini, l’imposizione a prestare servizio militare nelle forze armate italiane, l’imposizione al Territorio Libero delle enormi tasse e del gravoso debito pubblico italiano, la gestione “allegra” del demanio di Stato del TLT, con la sottrazione dell’intero patrimonio pubblico e naturalmente la convocazione di elezioni in base a norme italiane nonostante il Territorio Libero abbia la proprie leggi (a questo proposito è interessante anche il Decreto in fondo a questo articolo) .

Una predazione dei diritti civili e dei beni attuata da chi avrebbe dovuto garantirli. Un’operazione in puro stile da regime fascista che in queste terre non è mai effettivamente cessato. Trieste è, e continuerà ad essere fino alla sua liberazione, una terra di conquista per il nazionalismo italiano e per le mafie italiane.

Ma non è possibile cancellare la storia, solo mistificarla. Così le tracce dei crimini del “sistema” contro il Territorio Libero emergono, giorno dopo giorno, grazie al lavoro instancabile dei cittadini che stanno lottando per difendere la dignità di un popolo “cancellato”.

Sono documenti ufficiali, atti, leggi, della stessa Repubblica italiana che riconoscono inequivocabilmente il Territorio Libero di Trieste. Se la Legge può ancora essere considerata quale cardine di una società civile, se l’attuale ordinamento mondiale deve ancora essere basato sul rispetto del Diritto internazionale, allora l’Italia dovrà presto fare i conti con il proprio lato oscuro. Un Paese per i cui funzionari i trattati internazionali sono solo “carta straccia”, che calpestano la propria stessa Costituzione ed ignorano la legge e l’ordine pubblico.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

***

Dalla (GU n.69 del 24-03-1951 – Suppl. Ordinario):

Decreto del Presidente della Repubblica Italiana n. 172 del 22 marzo 1951 (inesistenza del Consiglio provinciale di Trieste e delimitazione dei confini del Collegio provinciale di Monfalcone e  il Territorio Libero di Trieste).

Tabella delle circoscrizioni dei Collegi uninominali per la elezione dei Consigli provinciali del Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Abruzzi e Molise.

Collegio di MONFALCONE II

Capoluogo Monfalcone

(Tribunale di Gorizia)

Comprende parte del territorio del comune di Monfalcone delimitata come segue:

confine col comune di Doberdò del Lago dall’incrocio con la linea ferroviaria Trieste Monfalcone, confine col Territorio Libero di Trieste fino al mare,

tratto costiero fino a Porto Rosega, linea immaginaria da Porto Rosega alle banchine dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico, linea costiera lungo le banchine dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico fino al muro di cinta degli stessi, muro di cinta dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico, asse via dell’Agraria, asse roggia (da denominare),

asse via Muggia, asse via D. Manin, asse via D. Rossetti, asse via Gorizia, largo della Marcelliana, asse della strada, non denominata, che fiancheggia il Cimitero della Marcelliana, asse viale O. Cosulich, asse del ponte sul canale Valentinis,

asse viale San Marco, asse via E. Toti, asse via G. Randaccio, asse via Romana, asse del sentiero che collega la via Romana col piazzale della Stazione (e fiancheggia il muro di cinta della fabbrica di ghiaccio),

piazzale della Stazione, linea immaginaria dal piazzale della Stazione alla linea ferroviaria Trieste-Monfalcone fino all’incrocio col comune di Doberdò del Lago.

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