AGGIORNAMENTO: il 10 luglio 2017 il processo è arrivato alla sentenza di primo grado, che ha demolito clamorosamente l’imputazione. La manifestazione di Trieste Libera quindi non era eversiva: LINK
Il Pm Frezza accusa di eversione? Trieste Libera replica e denuncia
Trieste, 26 giugno 2014. – Il Pubblico ministero Federico Frezza, già impegnato in iniziative e dichiarazioni contro il Movimento Trieste Libera, ne ha incriminato il presidente Roberto Giurastante e 18 attivisti (effettivi ed ex) per una manifestazione svolta il 10 febbraio contro i tentativi di politici italiani imporre nel Porto Franco Nord della città adriatica una colossale speculazione edilizia ed immobiliare privata sulla quale vi sono interrogativi antimafia.
I manifestanti, circa 400, avevano presidiato per protesta dalle 15 a mezzanotte, sotto una fitta pioggia invernale, due varchi di accesso libero aperti su decreto del Commissario del Governo per favorire la speculazione privata che il Movimento denuncia illecita.
Il Movimento Trieste Libera chiede infatti, in base al Trattato di pace di Parigi del 1947 ed al Memorandum di Londra del 1954, la piena applicazione dello status internazionale di Trieste e del suo Porto Franco quale Territorio Libero di Trieste, paese membro delle Nazioni Unite posto sotto amministrazione fiduciaria civile provvisoria del Governo italiano, e perciò non soggetto a sovranità e tassazione dello Stato italiano.
La manifestazione era stata preannunciata al Governo italiano amministratore, al Questore italiano ed agli organi competenti delle Nazioni Unite, precisando che l’area di Porto Franco non è soggetta giurisdizione dello Stato italiano e che quel tratto di strada interna non fa parte della viabilità cittadina.
L’iniziativa di protesta e le sue motivazioni erano state anche preannunciate ed illustrate in pubblica conferenza stampa.
Il Pm Frezza accusa invece 19 manifestanti su 400 di tre generi di reati: “violenza privata” per avere impedito il passaggio occasionale di quattro veicoli su quel tratto di strada interno; “radunata sediziosa” e manifestazione “eversiva” per essersi riuniti in più di 10 persone a scopo di “ribellione”, poiché essi ed il Movimento Trieste Libera non riconoscono la sovranità su Trieste dello Stato italiano; di “manifestazione non preannunciata né autorizzata” affermando che non ne avevano avvisato la polizia italiana.
Il Pm “offre” perciò agli accusati di accettare senza processo un mese di carcere, sospeso per chi non ha precedenti.
Il Movimento Trieste Libera risponde che le accuse sono infondate ed evidentemente politiche, perché si trattava di una manifestazione preannunciata e pienamente legittima, così come è legittimo in democrazia contestare la sovranità dello Stato italiano su Trieste.
L’applicazione delle norme sulle “radunate sediziose” e le “manifestazioni eversive” appartiene inoltre ai residui della legislazione repressiva fascista ed è assolutamente inaccettabile.
Il Movimento Trieste Libera, i suoi aderenti ed il presidente Roberto Giurastante intendono perciò affrontare a testa alta il processo ed utilizzarlo per una nuova denuncia internazionale vittoriosa sulle violazioni dei diritti dei cittadini del Territorio Libero di Trieste da parte dello Stato e del Governo italiani.
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L’ottusita dell’attuale amministrazione italiana e sempre stata odiosa,e cosi saranno fin
quando amministrano la citta.
A cosa servono queste buffonate dopo il dissequestro dei cartelli confinari,qui ci vuole
un vero mago per poter capire qualcosa.
Questo articolo è del 2014, quella volta le nostre azioni non erano progredite come lo sono adesso: semplicemente, oggi 27 giugno c’era un’udienza del processo aperto dopo queste accuse. Guarda caso, l’udienza è stata rinviata.