Trieste Libera

RENITENTI ALLA LEVA

I “VOLONTARI” TRIESTINI NELLE FORZE ARMATE ITALIANE (1957 – 2005).

TRIESTE: RENITENTI ALLA LEVANell’ottobre del 1954 in base al Memorandum d’Intesa di Londra, il governo italiano riceveva un mandato di amministrazione fiduciaria speciale su Trieste, l’agognata Trieste, il simbolo stesso della sanguinosa epopea che aveva portato alla riunificazione della Patria seguita alle guerre risorgimentali.

Il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 aveva stabilito, infatti, che l’Italia, paese aggressore ormai sconfitto, avrebbe perduto la sovranità su Trieste a partire dall’entrata in vigore del Trattato stesso.

Per questo, dal 15 settembre 1947, Trieste è la capitale di un nuovo Stato sovrano.

Si tratta del Territorio Libero di Trieste – TLT, che ha l’unico Porto Franco internazionale ed è sotto la protezione diretta del Consiglio di Sicurezza. Uno Stato governato secondo un regime di amministrazione fiduciaria speciale.

Dal 15 settembre 1947 al 25 ottobre 1954 i governi di Stati Uniti e Regno Unito hanno amministrato Trieste direttamente, con l’AMG FTT (il Governo Militare Alleato del Territorio Libero di Trieste).

Dal 26 ottobre 1954, i Governi di Stati Uniti e Regno Unito hanno sub-affidato tale mandato al Governo italiano (non allo Stato) con il Memorandum d’Intesa “riguardante il Territorio Libero di Trieste”.

Il Governo italiano è responsabile dell’amministrazione civile di Trieste. La difesa miliare del Territorio Libero è infatti affidata alla NATO (LINK). Questa è la situazione attuale di Trieste.

Trieste avrebbe dovuto conservare le sue istituzioni e le sue leggi. Le cose andarono invece molto diversamente.

Ben presto il Commissario Generale del Governo italiano per il Territorio di Trieste (ironicamente non più “Libero”) usò la sua autorità per limitare i diritti dei triestini, in violazione del mandato ricevuto e dello stesso Trattato di Pace. A partire dall’attribuzione arbitraria della cittadinanza italiana ai cittadini del TLT.

Si trattò di un vero complotto contro l’ordinamento internazionale tollerato nel nome degli equilibri geopolitici mondiali. Ma era in corso la Guerra Fredda e gli equilibri internazionali troppo precari per intervenire su Trieste. Il piccolo Stato aveva infatti l’importante e strategico Porto Franco internazionale: la cosa più importante era che non cadesse nelle mani del blocco sovietico.

A pagare le conseguenze di queste tensioni furono i cittadini di Trieste: da abitanti di uno Stato indipendente diventarono abitanti di una “colonia” da sfruttare. Emigrarono in massa.

Tra il 1954 e il 1961 oltre 30.000 triestini sono partiti, soprattutto verso l’Australia, per sfuggire al ritorno dei funzionari italiani, spesso nazionalisti, e alle vessazioni e persecuzioni che esso avrebbero portato.

Coloro che rimasero dovettero subire, ancora una volta, un’italianizzazione forzata. La prima era iniziata nel 1918 e continuata dal regime fascista. Proprio di questa operazione faceva parte l’imposizione illegittima del servizio militare italiano ai cittadini maschi di Trieste, sempre tramite decreti del Commissario Generale di Governo (peraltro ancora in vigore…).

Tra il 1954 ed il 2005 migliaia di triestini furono così iscritti nelle liste di leva ed arruolati nelle Forze Armate Italiane. In violazione del Trattato di Pace e dei loro diritti, furono soggetti alla coscrizione obbligatoria.

Ma come faceva l’esercito italiano a costringere cittadini di un altro Stato a prestare il servizio militare tra le sue fila? Semplicemente facendogli firmare un foglio in bianco sul quale veniva poi apposto il timbro di “volontario”.

Non c’erano alternative. Chi si rifiutava veniva prelevato dai Carabinieri e finiva nelle carceri militari quale renitente alla leva.

I “volontari” triestini così arruolati venivano comunque considerati come stranieri (quali effettivamente erano), definiti con disprezzo “slavi” e tenuti sotto controllo essendo ritenuti inaffidabili.

Nessuno ha mai parlato di questa vicenda scomoda. Un silenzio globale a coprire un crimine contro l’umanità. Mentre le vittime sono ancora lì che aspettano la giustizia a loro negata.

La dignità di esseri umani a loro negata. Le vittime di uno Stato che non ha mai voluto e dovuto fare i conti con la propria imbarazzante storia fatta di rimozioni forzate della verità e di un Governo amministratore che ha tradito vigliaccamente i cittadini che avrebbe dovuto tutelare.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

2 pensieri su “RENITENTI ALLA LEVA

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