MEMORANDUM DI LONDRA AL VAGLIO DEL TRIBUNALE DI TRIESTE
Il 15 maggio [2013] è iniziata presso il tribunale di Trieste la prima valutazione sul difetto di giurisdizione dell’autorità giudiziaria italiana nel Territorio Libero di Trieste.
Ad avviarla il giudice Paolo Vascotto su richiesta presentata in un procedimento penale dalla stessa parte offesa, ovvero il sottoscritto.
Sollevando l’eccezione avevo evidenziato l’impossibilità di ottenere giustizia, non avendo un giudice della Repubblica Italiana alcun potere a Trieste, territorio al di fuori della giurisdizione dello Stato Italiano.
L’attuale Territorio Libero di Trieste (ex Zona A) si trova infatti tuttora amministrata dal Governo italiano secondo il mandato fiduciario internazionale ottenuto nel 1954 con il Memorandum di Londra. I giudici italiani in servizio a Trieste non agiscono dunque per conto dello Stato italiano, ma in base al mandato del 1954.
I governi amministratori primari di Trieste, quelli di Stati Uniti e Regno Unito, hanno imposto al Governo italiano di rispettare l’indipendenza di Trieste ed il Governo italiano, dal canto suo, ammette di agire in continuità con l’A.M.G. F.T.T. e che la legislazione separata di Trieste è rimasta in vigore.
Ma i funzionari locali del Governo italiano vìolano da tempo tale mandato, simulando arbitrariamente, ed in palese conflitto di interessi, che il Territorio Libero non sia indipendente, ma sia parte dell’Italia.
Non si tratta di una differenza di mero principio: tale situazione ha esteso a Trieste e a tutto il TLT amministrato il malgoverno della Repubblica Italiana con gravi corruzioni politiche, burocratiche e giudiziarie, unite ad una feroce politica nazionalista di discriminazione dei cittadini non di lingua italiana.
L’assoggettamento illecito del TLT al pagamento del debito pubblico italiano (espressamente vietato dall’art. 5 dell’Allegato X del Trattato di Pace) e delle sue enormi tasse ha determinato l’estensione del Trattato sulla stabilità (Fiscal compact) UE dall’Italia al Territorio Libero dino al suo Porto Franco Internazionale.
In base alla Legge 243/2012 Trieste e il suo porto internazionale, pur essendo al di fuori del regime di tassazione comunitario, si trovano a concorrere all’obbligatorio pareggio di bilancio della disastrata Repubblica Italiana.
Il 17 luglio alle ore 12 al Tribunale di Trieste inizia la discussione sulla validità del Trattato di Pace del 1947 e del Memorandum di Londra del 1954: riflettori internazionali puntati sulla “Questione Trieste” e sulla predazione fiscale italiana a danno della comunità internazionale.
Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante