Trieste Libera

UNA SENTENZA SOSPESA

TRIESTE: UNA SENTENZA SOSPESA

Articolo del 10 aprile 2014.

9 aprile 2014. Presidio di Trieste Libera al tribunale di Trieste.

Rinviata al 7 maggio [2014] l’udienza sul nuovo difetto di giurisdizione

Trieste, 9 aprile 2014. – Oggi il tribunale di Trieste ha nuovamente rinviato la decisione sull’eccezione del difetto di giurisdizione. L’udienza era attesissima, perché il giudice incaricato è  Piero Leanza.

Si tratta dello stesso giudice che il 19 marzo [2014] aveva riconosciuto la validità del Memorandum di Intesa di Londra del 5 ottobre del 1954. Con la sua ordinanza, il giudice aveva confermato che l’Italia non ha ottenuto la sovranità sull’allora Zona A del Territorio Libero nel 1954. Secondo l’ordinanza, l’annessione sarebbe avvenuta tuttavia nel 1977, anno della ratifica del Trattato di Osimo.

Il rinvio dell’udienza è questa volta ampiamente comprensibile.

Solo due giorni prima gli imputati (il sottoscritto e Paolo G. Parovel, direttore della Voce di Trieste) avevano depositato una rilevante integrazione all’eccezione sul difetto di giurisdizione. I nuovi documenti analizzavano nel dettaglio l’ordinanza del 19 marzo.

Con questo atto i ricorrenti, quali cittadini del Territorio Libero, hanno contestato l’interpretazione del giudice sulla validità del Trattato di Osimo. E lo hanno fatto allegando documenti attuali e in vigore delle diplomazie internazionali che dimostrano esattamente il contrario.

Ovvero: nulla è cambiato dal 15 settembre del 1947 per l’attuale Territorio Libero di Trieste e per il suo Porto Franco internazionale. La loro indipendenza è pienamente riconosciuti dalla Risoluzione S/RES/16 (1947) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Tra i documenti che lo dimostrano vi è anche la posizione ufficiale del Dipartimento di Stato U.S.A.

Un’eccezione davvero pesante per i suoi contenuti giuridici. Decisamente troppo complessa per poter essere valutata in tempo reale in aula. Ecco perché si è arrivati al rinvio dell’udienza.

E così di fronte alla richiesta di rigetto “a vista” immotivata da parte del P.M. (Pubblico Ministero), per la prima volta un giudice italiano si è opposto. Non solo: ha anche consigliato al P.M. di leggersi attentamente questa scottante integrazione prima della prossima udienza.

Un comportamento questo che ricorda quello della giustizia anglosassone dove di fronte all’evidenza delle prove i giudici prima di procedere consigliano alle parti di considerare attentamente la loro posizione.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

Aggiornamento: commento all’udienza del 7 maggio 2014.

2 pensieri su “UNA SENTENZA SOSPESA

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