Al termine della seconda guerra mondiale, uno dei primi atti del Governo Militare Alleato di occupazione (A.M.G. V.G.) insediato a Trieste fu l’abolizione delle vergognose leggi razziali che l’Italia aveva imposto nel 1938 nei confronti degli ebrei.
Era un atto dovuto per riportare la civiltà e la giustizia dopo che le barbarie dell’occupazione nazi-fascista avevano violentato per un lunghissimo quarto di secolo l’ordinata, civile e tollerante Trieste asburgica mitteleuropea riducendola a simbolo della cruenta unità dell’Italia e centro dell’unione ideale e politica dei due sanguinari regimi totalitari.
Fu proprio a Trieste che il 18 settembre del 1938 Mussolini proclamò le leggi razziali per allinearsi all’alleato tedesco. Da quel momento gli ebrei divennero anche in Italia i reietti, i subumani emarginati dalla società in attesa della “soluzione finale”. Soluzione finale che significava genocidio: il male incarnato negli esseri umani che contaminò anche la vecchia città imperiale.
Da Trieste partivano i treni con cui gli ebrei venivano deportati, in quello che per molti divenne l’ultimo viaggio, verso l’orrore dei campi di concentramento e di sterminio. A Trieste venne realizzato un lager nazista, anticamera dei campi di sterminio di massa, dove vennero trucidati migliaia di oppositori politici ed ebrei: la risiera di San Sabba.
il 3 luglio del 1945, firmando l’ordine numero 3 dell’A.M.G. V.G. il Colonnello degli U.S.A. Nelson W. Monfort abrogò le leggi razziali fasciste. Quest’atto significò la liberazione dalle tenebre del male in cui era sprofondata Trieste e il ritorno alla luce della vita.
Poi per Trieste, città martire della ferocia del nazi-fascismo, arrivò la redenzione con la costituzione del Territorio Libero di Trieste sancito dal Trattato di Pace di Parigi del 10 febbraio del 1947.
L’amministrazione del nuovo Stato venne affidata provvisoriamente all’A.M.G. F.T.T. (Allied Military Government Free Territory of Trieste, 1947 – 1954). Non più un governo di occupazione, ma primo Governo del nuovo Stato, che continuò ad abrogare le leggi repressive del regime fascista rimaste in vigore nel Territorio Libero.
Dal 1954, l’esercizio di quest’amministrazione provvisoria è sub-affidata da Washington e da Londra al Governo Italiano con un Memorandum d’Intesa riguardante il Territorio Libero di Trieste.
Con l’amministrazione italiana la rinascita di Trieste, che sotto gli Alleati aveva avuto un rapido impulso riportando il Porto Franco ai livelli già raggiunti quale primo porto dell’Impero austroungarico, subì un brusco rallentamento.
Trieste venne trattata non come Stato indipendente da sviluppare ma come una colonia da spremere. E inesorabilmente il suo Porto Franco venne isolato ed emarginato deviandone i traffici verso i porti concorrenti italiani.
Cominciarono le emigrazioni di massa dei triestini, in particolare verso l’Australia. La rigorosa buona amministrazione degli Alleati venne rapidamente sostituita dalla burocrazia mastodontica ed inefficiente dello Stato italiano, con i livelli propri della corruzione di quel sistema.
E così, in un’operazione di assorbimento progressivo, anche la modifica e l’abrogazione delle leggi italiane incompatibili con il Territorio Libero fatta dai Governi Militari Alleati, venne superata con l’utilizzo occulto delle stesse. Incluse le vergognose leggi razziali.
Ancora l’8 settembre del 1960 l’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno doveva sollecitare tutti i Prefetti italiani a non utilizzare i dati delle schedature delle persone di origine ebraica fatte in esecuzione delle leggi razziali, se non per l’istruzione di pratiche per i benefici previsti dalle nuove leggi dello Stato a favore dei perseguitati politici e razziali.
Tra i destinatari della missiva riservata (che desta certo perplessità visto che le leggi razziali erano state abrogate anche dallo Stato italiano) pure il Commissario Generale del Governo per il Territorio Libero di Trieste (non potendovi essere a Trieste il Prefetto italiano), rappresentante del Governo italiano amministratore provvisorio per il Territorio Libero di Trieste.
Una testimonianza importante dell’esistenza del Territorio Libero di Trieste quale Stato amministrato dal Governo italiano per effetto del Memorandum di Londra. E, purtroppo, del mancato rispetto delle decisioni degli Alleati che le leggi razziali a Trieste le aveva già abrogate il 3 luglio del 1945.
The ICTP in Trieste, Italy
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3 September 2008 – The United Nations International Atomic Energy Agency (IAEA) today kicked off a programme in Trieste, Italy, to train young professionals from developing countries on all aspects of managing knowledge pertaining to nuclear facilities.
The curriculum for the week-long course has been developed over the past five years, and global experts will lead working sessions, discussions and case studies to inform students on how to retain nuclear knowledge and manage resources. Salve,come mai l’ONU in uno dei tanti documenti ufficiali ( copiato dal sito un.org),colloca Trieste in Italia? Mi sfugge qualcosa….? Sarei grato se seguirà risposta o commento. Grazie.
Quel documento non dice che Trieste sia in Italia (anche durante l’amministrazione dell’AMG FTT si scriveva British-US Zone per indicare l’attuale TLT, ma non per questo era uno Stato dell’Unione o una parte del Regno Unito).
La posizione ufficiale dell’ONU è quella descritta negli atti del Consiglio di Sicurezza (organo garante del Territorio Libero) e l’ultimo in ordine cronologico è l’atto S/2015/809: http://www.lavoceditrieste.net/2016/01/13/free-territory-of-trieste-i-documenti-1983-e-2015-del-consiglio-di-sicurezza/
Quest’atto si conclude con il Memorandum di Londra, che è un sub-mandato di amministrazione civile provvisoria le cui clausole relative a Trieste sono ancora pienamente in vigore.
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