CAPITALI IN FUGA E TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE
27 gennaio 2016.
Nell’attuale crisi economica-finanziaria che ha investito anche l’Unione Europea vi sono dei chiari indicatori sugli sviluppi futuri, ovvero sulle aspettative dei mercati per i prossimi mesi. Uno di questi indicatori economici è quello dello spostamento dei capitali all’interno dell’Unione Europea.
L’indicatore in questione è il Target 2, il sistema che regola i pagamenti all’interno dell’area euro, con il quale si misura il flusso di capitali tra i Paesi che adottano la moneta unica. Bene, nell’anno passato il Target 2 ha fotografato in maniera impietosa quella che è la fiducia dei risparmiatori e degli investitori nelle economie dei Paesi UE.
Al vertice della sfiducia risulta essere la Spagna con un deficit di 241,8 miliardi di euro, seguita dall’Italia con 229,6 miliardi, dalla Grecia con 97,3 miliardi e dalla Francia con 73,5 miliardi. Ma cosa significa essere in rosso in questa “speciale” classifica di solidità economica?
Semplicemente che gli investitori internazionali e i risparmiatori “sfiduciano” gli Stati deboli, ovvero quelli che non sono in grado di garantire affidabilità ai mercati perché la loro struttura socio-economica è compromessa.
Questo accade normalmente ai Paesi a più alto tasso di corruzione e penetrazione criminale nelle istituzioni, come appunto l’Italia.
Ed è proprio questo sistema di corruttele che permea da sempre l’intera società italiana a non potere più reggere alla competizione internazionale ed al mercato unico europeo. Perché i costi della corruzione rendono sempre più debole l’economia italiana che non è più in grado di reggere nel mercato globalizzato.
In questa situazione non si può che rimarcare come a beneficiare del collasso dei Paesi deboli siano all’interno del mercato unico gli Stati che danno garanzie di tenuta e con un sistema istituzionale solido e non corruttibile.
Ecco così che i capitali in fuga dai Paesi “deboli” trovano rifugio in Germania, che nella classifica di Target 2 si trova ad avere un attivo da record di 592,5 miliardi di euro, del Lussemburgo (+140,4 miliardi), dell’Olanda (+49,4 miliardi), della Finlandia (+31,8 miliardi).
Vedendo questa classifica balza agli occhi che il piccolo Granducato del Lussemburgo è ritenuto, all’interno dell’Unione Europea, una cassaforte sicura per i capitali degli investitori.
Come recita Wikipedia:
“La stabilità politica, le buone infrastrutture, la vicinanza con i grandi Paesi europei, la presenza di personale qualificato e multilingue e la lunga tradizione di segreto bancario hanno contribuito alla crescita del settore finanziario.”.
Ed infatti il Lussemburgo, con 550.000 abitanti e senza sbocco al mare è uno degli Stati più ricchi del mondo, e il primo a livello europeo (reddito pro capite di 106.000 dollari).
Dati interessanti che devono fare riflettere. E che confermano l’attuale importanza strategica di uno Stato con piena sovranità monetaria ed economica come il Free Territory of Trieste: un piccolo Stato europeo con un grande Porto Franco internazionale.
Un polmone economico e finanziario nel pieno cuore dell’Europa, un’area di stabilizzazione per l’economia mondiale: questo è il Free Territory of Trieste.
Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante
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