L’AUTONOMIA FINANZIARIA E MONETARIA DEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE
Articolo del 18 gennaio 2015.
Il sottoscritto, quale cittadino residente del Territorio Libero di Trieste, evidenzia che il provvedimento n. 37561/2013, art. 11, commi 2 e 3 del decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011 n. 214, “Modalità per la comunicazione integrativa annuale all’archivio dei rapporti finanziari” non può essere applicato nel Territorio Libero di Trieste in virtù degli obblighi che derivano dagli accordi internazionali concernenti detto territorio.
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Diventando indipendente, il Territorio Libero di Trieste ha ottenuto non solo il riconoscimento internazionale (ed il diritto di far parte delle Nazioni Unite). Ha ottenuto anche il riconoscimento della sua sovranità monetaria stabilita (art. 30, allegato VI del Trattato di Pace del 1947).
Il Trattato è vigente e grazie ad esso Trieste è uno Stato al di fuori delle leggi finanziarie dell’Unione Europea. E quindi al di fuori del controllo della Banca Centrale Europea e della sua affiliata Banca d’Italia: un nuovo orizzonte per l’economia mondiale.
Questi diritti si estendono anche al Porto Franco internazionale di Trieste, ente di Stato del Territorio Libero (art. 34, allegato VI). Sovranità monetaria significa poter avere una propria valuta e una propria Borsa. Il tutto anche in funzione dello sviluppo portuale.
I cittadini del Territorio Libero, fino a quando non sarà istituita una moneta separata, godono delle tutele previste dal Trattato di Pace (art. 11, allegato VII). Quindi la valuta italiana può essere soltanto una soluzione temporanea previo accordo tra Italia e Trieste (cosa avvenuta nel 1948).
Altra disposizioni economica del Trattato di Pace è l’esenzione per il Territorio Libero di Trieste dal debito pubblico dello Stato italiano (art. 5, allegato X). Quindi nessuna tassa della Repubblica Italiana può essere imposta ai cittadini di Trieste o all’interno del Porto Franco internazionale.
Norme di diritto superiori che l’Italia riconosce ed è obbligata a rispettare in virtù degli accordi internazionali sottoscritti, come peraltro la stessa Unione Europea.
Accordi internazionali fino ad ora completamente disattesi dall’amministrazione italiana locale, ma a cui ogni singolo cittadino del Territorio Libero può appellarsi per chiedere il rispetto dei propri diritti.
Come esercitare efficacemente la propria sovranità monetaria? Contestando, anche singolarmente, l’esecuzione delle illegittime normative italiane ed europee in materia economica. A partire dagli istituti di credito che le attuano.
Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante