Trieste Libera

Rassegna stampa: intervista a Roberto Giurastante

Rassegna stampa: intervista a Roberto Giurastante

Quest’intervista del giugno 2013 è stata rilasciata a Luigi Putignano della testata “La Gazzetta Giuliana” da Roberto Giurastante, fondatore e portavoce del Movimento Trieste Libera.

I link sono stati aggiunti da Trieste Libera come approfondimenti ed anche le note.

Le posizioni sul Governo austriaco si riferiscono alla situazione nel giugno 2013, in particolare all’allora recente Atto di Reclamo e Messa in Mora. Dal 2013 gli studi ed il lavoro di Trieste Libera si sono molto aggiornati e raffinati.

La lista aggiornata delle azioni di Trieste Libera: LINK

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Rassegna stampa: intervista a Roberto Giurastante

Quando è sorto il movimento e quanti iscritti conta?

Il Movimento Trieste Libera è sorto nel novembre 2011 attualizzando la tradizione ininterrotta dei movimenti che dal 1947 esigono il pieno rispetto dell’indipendenza del Territorio Libero di Trieste e del libero sviluppo del suo Porto Franco internazionale. Le iscrizioni aumentano in continuazione, e in questo momento sono già nell’ordine di alcune migliaia.

Ci spieghi brevemente quali sono i fini che vi prefiggete

In forza del Trattato di Pace di Parigi il Territorio Libero di Trieste ha piena esistenza giuridica quale Stato indipendente membro delle Nazioni Unite dal 1947, nel previsto regime di amministrazione provvisoria su mandato fiduciario internazionale specifico, affidato prima a un apposito Governo Militare Alleato e dal 1954 al Governo (non allo Stato) italiano.

Trieste Libera, nata per rappresentare gli interessi individuali e collettivi dei cittadini del Territorio Libero di Trieste, esige la cessazione degli abusi del mandato commessi dal Governo amministratore italiano (giuridici, politici, fiscali, patrimoniali, ecc.) e la prevista nomina del Governatore da parte delle Nazioni Unite per il passaggio al regime di autogoverno permanente.

Con passaggio, nel frattempo, del mandato amministrativo provvisorio dal Governo italiano (che è in conflitto di interessi evidente con noi amministrati) al Governo austriaco, che ha già difeso e sviluppato Trieste per più di mezzo millennio, dal 1382 al 1918.

Avete un organo ufficiale (periodico a stampa, sito internet d’informazione, radio, tv, etc)?

Il nostro movimento ha un sito ufficiale su internet (triestelibera.org), è presente su Facebook ed ha un giornale su carta stampata (Trieste Libera News) appena pubblicato con tiratura di 10.000 copie.

[Nota: dal 2013 Trieste Libera ha ampliato la sua presenza in rete. Ecco la lista dei suoi media ufficiali: LINK].

La manifestazione a Vienna si può dire che sia perfettamente riuscita, è stato un momento davvero importante di partecipazione popolare, ne hanno parlato media locali e italiani (anche importanti quali la Stampa).

A Roma è sicuramente giunta anche una relazione dell’ambasciatore a Vienna. Contate di ripetere l’iniziativa?

Certamente, ampliandola.

[Le foto della manifestazione a Vienna].

Su L’Huffington Post.it del 23 febbraio di quest’anno, in un’intervista a Stefano Ferluga [nota: l’allora Presidente del Movimento. Dal maggio 2014 non ne fa più parte.], lo stesso ha affermato che Trieste per cinquecento anni è stato territorio austriaco, la stessa Austria ha iniziato il discorso del porto franco e Vienna potrebbe essere dunque il naturale amministratore. È dello stesso parere?

Anche se l’Austria, annessa alla Germania nazista, nel 1947 era nelle file dei vinti? Non le pare in contraddizione con i principi del Trattato di Parigi del ’47?

Ho già detto che sarebbe il nuovo amministratore provvisorio naturale e ideale.

L’Austria è stata la prima vittima del nazismo, che annettendola ha tentato, come noto, di cancellarne l’identità e la storia imperiale di civiltà e tolleranza, vi ha sterminato la parte di popolazione ebraica e perseguitato, torturato e ucciso gli antinazisti.

Al contrario dell’Italia, l’Austria ha inoltre interesse a sviluppare il Porto Franco di Trieste, dove ha già anche il terminale SIOT dell’Olodotto Transalpino.

Porto Franco internazionale di Trieste, ente di Stato del Territorio Libero di Trieste.

Porto Franco internazionale di Trieste, ente di Stato del Territorio Libero di Trieste.

Cosa ne pensa della Venezia Giulia oggi, in quanto territorio geografico e storico, contenente al suo interno il TLT?

La “Venezia Giulia” è stata un’invenzione politica del nazionalismo italiano per cancellare la vera realtà geografica e storica plurisecolare dei territori austriaci che voleva annettere: Trieste, Contea di Gorizia e Gradisca, Istria, dove ha già creato troppe confusioni e troppi danni.

Oggi è solo un diversivo per fare ancora confusione contro il Territorio Libero di Trieste, che come Stato indipendente non è affatto incluso nell’inventata “Venezia Giulia”.

In un intervista recente a un quotidiano on line (www.ilfriuliveneziagiulia.it) ha affermato che tutti i dipendenti pubblici che oggi operano per enti italiani, quali ad esempio quelli della Regione FVG o della Provincia di Trieste, verrebbero trasferiti nelle amministrazioni del TLT.

Ci può spiegare in base a cosa può affermare ciò, tenuto conto che in molti casi si tratta di strutture elefantiache?

E per quel che concerne i dipendenti pubblici che, ad oggi, lavorano per enti sloveni o croati, illegalmente, secondo il trattato del 1947, instauratisi nella zona B del TLT, vale lo stesso discorso?

L’amministrazione di uno Stato indipendente richiede strutture nuove ed efficienti che possono assorbire il personale oggi in servizio nelle strutture territoriali provvisorie o illegittime italiane che lo desideri.

La questione giuridica internazionale della “Zona B” si è invece esaurita nel 1991-92.

L’articolo 1 dell’allegato VI al Trattato di Pace del 1947 dice che il Territorio Libero di Trieste sarà delimitato dalle frontiere che sono descritte agli articoli 4 e 22 del Trattato stesso e il cui tracciato verrà stabilito conformemente all’articolo 5 del Trattato.

Quando afferma, sempre nell’intervista sopra citata che la Zona A tuttora esistente ne è il territorio indispensabile, invece la Zona B è accessoria, non crede di cadere in una contraddizione di fondo, ovvero di accettare gli accordi di Osimo del 1975, durante i quali il governo italiano sistemò la questione in modo rinunciatario e cedette il territorio alla Jugoslavia, paese che sino ad allora amministrava provvisoriamente il territorio de jure?

La domanda è formulata in parte sui vecchi errori del nazionalismo che hanno affondato la Lista per Trieste.

Con il Trattato di Osimo gli Stati italiano e jugoslavo non potevano cedersi territori di un Paese terzo, il Territorio Libero di Trieste, ai quali nessuno dei due aveva diritto dal 1947 e che erano in amministrazione fiduciaria dei loro Governi, non dei loro Stati.

Il Trattato aveva perciò, espressamente, valore solo nei loro rapporti reciproci tra quei due Stati, ma non verso la popolazione amministrata, né verso le Nazioni Unite ed i mandati di amministrazione provvisoria, che sono rimasti perciò in vigore.

E solo quello del Governo jugoslavo sulla Zona B è poi venuto meno, quando quel Governo ha cessato di esistere.

Le Nazioni Unite hanno risolto perciò questo problema nel 1991-92 riconoscendo la sovranità su quell’area alle nuove Repubbliche di Slovenia e di Croazia (a modifica conseguente dei confini del Trattato di Pace) e mantenendo quale Territorio Libero di Trieste l’area sotto mandato di amministrazione provvisoria del tuttora esistente Governo italiano.

Perché è quella principale e necessaria per la sua esistenza, dato che contiene Trieste e il Porto Franco.

Il tratto di costa istriana della “Zona B” era stato aggiunto invece solo per problemi di accesso del porto franco alle acque internazionali, che oggi son superati dai nuovi assetti politici e giuridici.

I patriottismi erano solo propagande, ed è ora di capirlo.

L'attuale Territorio Libero di Trieste con gli Stati confinanti (Italia e Slovenia) e vicini (Croazia).

L’attuale Territorio Libero di Trieste con gli Stati confinanti (Italia e Slovenia) e vicini (Croazia).

23 ottobre 1954, il paese di Albaro Vescovà e il suo territorio passò dalla zona A alla zona B, come pegno per l’accettazione della Jugoslavia dell’intesa londinese firmata qualche giorno prima, il 5 ottobre del 1954.

Reputate anche questa modifica territoriale post 1947 come accessoria nella (ri)costituzione del TLT o chiederete alla Slovenia (che oggi detiene il territorio) la restituzione?

Era una modifica delle aree di amministrazione fiduciaria provvisoria dei governi italiano e jugoslavo sul Territorio Libero, senza incidere sulla sua sovranità territoriale.

Anche se i nazionalisti hanno sempre simulato o creduto il contrario, le sole modifiche sono quelle decise dalle Nazioni Unite appena nel 1991-92, come ho già detto. E solo a quelle ci si deve attenere.

Noi non chiediamo perciò niente a Slovenia e Croazia. Chiediamo invece che cessino gli abusi concreti compiuti quotidianamente sui nostri diritti economici e politici dal Governo italiano che ci amministra, e che simula invece una sovranità dello Stato italiano per applicarcene tutte le ingiustizie, tasse eccessive incluse.

Se oggi il TLT fosse a tutti gli effetti uno stato sovrano, che posizione avrebbe nei confronti di paesi indipendenti de facto ma non riconosciuti dall’ONU, quali, ad esempio, il Kosovo o Cipro del Nord?

Il Territorio Libero di Trieste è già uno Stato sovrano membro riconosciuto delle Nazioni Unite dal 1947, anche se la funzione di Governo vi è esercitata provvisoriamente, su mandato internazionale specifico, da un amministratore fiduciario.

Che come tale si esprime a suo nome, a prescindere dagli abusi che compie.

Dopo il perfezionamento delle strutture di autogoverno definitive del Territorio Libero saranno esse a deciderne anche la politica estera, nell’ambito e secondo le regole della democrazia e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

22 giugno 2013: Manifestazione di Trieste Libera a Vienna.

22 giugno 2013: Manifestazione di Trieste Libera a Vienna.

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