Trieste Libera

OPPRESSI ED OPPRESSORI

OPPRESSI ED OPPRESSORI

OGNI ANNO ALMENO 1,5 MILIARDI DI EURO VENGONO RUBATI DALLO STATO ITALIANO AL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE
OPPRESSI ED OPPRESSORI. Il Porto Franco Nord, settore strategico del Porto Franco internazionale del Territorio Libero di Trieste.

Il Porto Franco Nord, settore strategico del Porto Franco internazionale del Territorio Libero di Trieste.

MENTRE I GIUDICI ITALIANI  FANNO SENTENZE POLITICHE CONTRO I CITTADINI DEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE CHE SI APPELLANO AI LORO DIRITTI GARANTITI DAL TRATTATO DI PACE E RECEPITI DALLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA.

Dal 1947, in base al Trattato di Pace con l’Italia, Trieste è capitale di uno Stato indipendente e sovrano, il Territorio Libero di Trieste ,costituito nel suo previsto regime di governo provvisorio, tuttora in vigore.

Dal 1954, le corruzioni, le mafie ed il nazionalismo italiano stanno (dis)amministrando il Territorio Libero di Trieste e le autorità amministratrici italiane lo prosciugano con l’antiquato sistema di imposizione fiscale della confinante Repubblica Italiana.

Tuttavia l’Allegato X del Trattato di Pace stabilisce che il Territorio Libero (e i suoi cittadini) siano esenti dal pagamento del debito pubblico italiano. Le tasse italiane non possono essere imposte nel Territorio Libero di Trieste o nel suo Porto Internazionale: proprio come la Svizzera, il TLT è uno Stato con un suo regime economico e fiscale e non associato all’Unione Europea.

Ogni anno a Trieste vengono sottratti centinaia di milioni di Euro, tra tasse e imposte dirette o indirette estorte ai cittadini e alle imprese dal fisco italiano. Ad esempio con la tassa sui carburanti.

Senza contare gli ingenti profitti che lo Stato italiano depreda al Porto Franco internazionale di Trieste, che il Trattato di Pace costituisce come Ente di Stato del Territorio Libero di Trieste. Si tratta di almeno 1,5 miliardi di Euro in libera uscita verso Roma. A danno anche dell’intera comunità internazionale a cui il l’Italia nega o limita l’uso del più strategico porto del Mediterraneo.

Danni erariali devastanti per l’economia del Territorio Libero di Trieste.

Oltre 10.000 posti di lavoro persi dal 2011. Cinquantamila negli ultimi 40 anni. È una miseria avanzante inesorabilmente che si trasforma sempre più in  disperazione per chi non può più avere un futuro. È questo il lento e inesorabile declino che l’Italia delle corruttele ha deciso per la storica nemica Trieste dopo averla “redenta”.

Più di tremila nuclei familiari a Trieste si trovano ora senza reddito alcuno e sopravvivono con l’elemosina “garantita” dei degradanti contributi sociali: poche centinaia di euro al mese, neppure erogati regolarmente per tirare avanti e senza sapere per quanto. E così,  mese dopo mese, il dramma si ripete. E poi le lunghe file alle mense e ai centri di distribuzione di viveri. Sembra di essere in tempo di guerra.

Per chi ha il pudore della povertà, e vuole evitare di passare per le forche caudine dei controlli che le insensibili amministrazioni effettuano sugli “ultimi” per concedere loro i miseri sussidi, non rimane che andare a frugare nei bottini dei rifiuti.

Ma per farlo bisogna precedere i camion dell’efficiente servizio di smaltimento comunale, quello che deve garantire ogni giorno migliaia di tonnellate di rifiuti all’inceneritore “quotato” in borsa: più rifiuti inceneriti, più soldi nelle casse dell’ex azienda municipalizzata, ora privatizzata e che porta i suoi utili all’Italia. E spesso quei rifiuti sono cibi scaduti o avanzi; e questi “rifiuti” sono l’obiettivo dei disperati, quella povera gente abbandonata che ogni giorno deve scavare così il proprio misero pasto.

È una povertà artificiale.

È il frutto della predazione continuata attuata anno dopo anno dall’Italia con l’accondiscendenza del Governo civile che amministra il Territorio Libero di Trieste. Una predazione fiscale attuata contro le stesse leggi italiane e anche in presenza di sentenze di Cassazione in materia (ne ho pubblicata una in questo post dedicato alle pensioni nel TLT: LINK).

Le autorità amministratrici italiane sembrano aver dimenticato che la fonte del loro mandato, il Memorandum d’intesa di Londra del 1954, è uno strumento esecutivo del Trattato di Pace. I triestini si trovano così ad essere strangolati da un esattore illegittimo che nel nome di uno Stato confinante preleva loro forzosamente ogni bene, fino a ridurli in miseria. E se si appellano ai loro diritti scatta inesorabile la repressione da parte della giustizia leale all’Italia ed alla classe politica fautrice della simulazione di sovranità italiana.

Per capire come funzionano questi tribunali speciali basta leggersi i motivi con cui nel 2013 l’avvocato Sergio Orzan di Gorizia (vedi sotto), legale della famigerata Equitalia, chiedeva ed otteneva il rigetto dell’eccezione sul difetto di giurisdizione da parte dei giudici italiani in uno dei ricorsi instaurati dai cittadini del Territorio Libero.

La Commissione Tributaria di Trieste nel ricorso in questione ha pure condannato il ricorrente al pagamento di 2.500 Euro per “lite temeraria” dichiarando il “carattere pretestuoso” dell’eccezione di giurisdizione…

A Trieste ci sono giudici italiani che non gradiscono gli venga ricordato come, negando l’esistenza del Territorio Libero, calpestano non solo la legge internazionale, ma anche quella della Repubblica Italiana. Ovvero la stessa legge che dicono di rappresentare e difendere. In realtà anche loro la calpestano nascondendosi dietro una facciata di nazionalismo feroce quanto anacronistico.

Una “cortina di ferro” che ha garantito l’impunità della “camorra” nazionalista locale durante la Guerra Fredda e la crisi dissolutiva della Jugoslavia, ma ormai logora… per quanto ancora potrà resistere?

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