Trieste Libera

NEL NOME DELLA LEGGE

NEL NOME DELLA LEGGE

Articolo del 18 luglio 2015.

NEL NOME DELLA LEGGE. Venerdì 17 luglio 2015. Presidio davanti al Palazzo del Governo di Trieste.

Venerdì 17 luglio 2015. Anche oggi davanti al Palazzo del Governo di Trieste. La sede del Commissario del Governo di Trieste, quello che con i poteri del Memorandum di Londra del 5 ottobre del 1954 sta amministrando in nome del Governo italiano il Territorio Libero di Trieste. La figura del Commissario di Governo è qui rappresentata da Francesca Adelaide Garufi.

Oggi siamo qui per presentare le dichiarazioni dei cittadini del Territorio Libero di Trieste che hanno aderito alla Carta dei Diritti dei cittadini e delle imprese.

Si tratta di un documento importante presentato il 20 maggio con le prime 19 sottoscrizioni e con il quale i firmatari chiedono al Commissario di Governo di tutelarli. Questo perché le altre amministrazioni locali stanno simulando illegalmente la sovranità italiana sul Territorio Libero di Trieste, privando i suoi abitanti dei loro diritti e della loro rappresentanza ed obbligandoli, in violazione delle stesse leggi italiane, a pagare tasse italiane non dovute.

Da maggio siamo arrivati a superare le 500 sottoscrizioni a questo importante documento che rappresenta la salvaguardia dei diritti del popolo del Territorio Libero di Trieste. Abbiamo chiesto di potere consegnare direttamente al Commissario di Governo le firme per potere anche spiegare l’urgenza di un intervento che ormai non può essere procrastinato. Pena la stessa stabilità sociale di questa terra, che il sistema di corruzione locale continua a depredare.

La sofferenza della gente è ormai al limite della sopportazione e il continuato silenzio del massimo funzionario del Governo amministratore in carica non è più tollerabile. Mentre la partitocrazia locale filo-italiana prepara le prossime elezioni amministrative del 2016, cercando di dividere i triestini, per insabbiare ancora una volta la questione del Territorio Libero di Trieste, l’attacco finale al Porto Franco Internazionale di Trieste è in corso.

L’Italia vuole chiudere la “pratica” di Trieste entro i primi mesi del 2016 cancellando ogni traccia del Territorio Libero ed ogni diritto dei suoi cittadini.

Venerdì 17 luglio 2015. Presidio davanti al Palazzo del Governo di Trieste.

Il Commissario di Governo, dall’alto dei suoi poteri “speciali” però non ci ha voluto ricevere. Chiusa nel Palazzo del Governo, colei che dovrebbe tutelare i cittadini di Trieste dalle azioni ostili dell’Italia, uno Stato terzo, ha declinato le proprie responsabilità. Ha preferito il silenzio alle doverose risposte sollecitate nel nome della Legge.

Già, ma a quale legge risponde questo tipico esponente della burocrazia di Stato italiana? All’ingresso del Palazzo del Governo e Prefettura una targa ci rammenta che il monumentale edificio, opera risalente all’Impero d’Austria, apparterrebbe ora allo Stato italiano in base al Trattato di San Germano del 1919.

Peccato per l’Italia che dopo l’annessione di Trieste avvenuta alla fine della Prima Guerra Mondiale (avvenuta peraltro con il Trattato di Rapallo del 1920), l’intero patrimonio pubblico della città sia stato trasferito con il Trattato di Pace di Parigi del 1947 al demanio del nuovo Stato sovrano e indipendente: il Territorio Libero di Trieste.

Negare la giustizia ai cittadini che si appellano alla legge. Disconoscere il diritto e la validità dei trattati internazionali. Governare contro legge nel nome di una lobby di nazionalisti italiani. Il tutto contro il Territorio Libero di Trieste ed i suoi cittadini. In una terra senza legge la rabbia del popolo oppresso cova sotto le ceneri.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

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