Trieste Libera

RIBELLIONE CONTRO LE CAMORRE NAZIONALISTE NEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE

RIBELLIONE CONTRO LE CAMORRE NAZIONALISTE NEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE. – Originariamente pubblicato il 10 dicembre 2014. Aggiornato all’11 novembre 2016.

RIBELLIONE CONTRO LE CAMORRE NAZIONALISTE NEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE

Da cinque anni i triestini chiedono il rispetto dei loro diritti secondo il vigente Trattato di Pace.

Trieste con il suo Porto Franco internazionale è uno Stato indipendente, il Territorio Libero. Dal 1954, l’amministrazione civile provvisoria di Trieste è affidata al Governo italiano. Ovvero alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, non allo Stato italiano con le sue istituzioni (Presidenza della Repubblica, Parlamento, autorità giudiziaria).

Dal 1954 una “camorra” nazionalista locale simula la sovranità italiana ed impone le leggi della vicina Italia per il proprio tornaconto ed ora perseguita i cittadini che si appellano alla legalità.

Il Territorio Libero è stato ridotto a terra dell’illegalità assoluta, nel disinteresse di chi avrebbe dovuto garantire l’applicazione del Trattato di Pace e i diritti dei suoi  cittadini. Una terra dove l’illecito è la norma e lo Stato (quello legittimo) non esiste: sono queste le regole fondamentali in vigore nell’ex città porto perla dell’Impero Austroungarico.

Trieste è il luogo ideale per la realizzazione di ogni sorta di affare sporco. È utile alle mafie per lo smaltimento e il traffico dei rifiuti, per le speculazioni immobiliari edilizie, per il riciclaggio di denaro, per il traffico di droga e di armi. Tutto sotto controllo  della “camorra nazionalista” responsabile di delitti internazionali ai danni dello Stato e dei cittadini del Territorio Libero.

In questo territorio così assoggettato alle mafie Italiane gli “affari” insultano la legge e prevalgono su di essa, sempre impunemente. Ogni giorno. Dal 1954. Perché il tribunale di Trieste è sotto totale controllo di un’autorità giudiziaria che simula di esercitare la giurisdizione italiana. In realtà dovrebbe esercitare quella del Territorio Libero, come avveniva durante la precedente amministrazione.

Ed è anche grazie a questo equivoco (non da poco) che è stato consentito il saccheggio dei beni pubblici del Territorio Libero di Trieste.

Una predazione che ha anche permesso l’arricchimento, a spese dei triestini, della classe politica locale venduta a Roma. Un vero clan a cui Roma ha garantito l’impunità grazie anche all’incertezza di diritto applicata al territorio amministrato e trasformato in terra di conquista: Trieste, ultima colonia italiana.

METTIAMO FINE AL SACCHEGGIO DEL TERRITORIO LIBERO: RIPRISTINIAMO LA LEGALITÀ E LIBERIAMOCI DAL MALGOVERNO MAFIOSO.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

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