LA GIUSTIZIA ILLEGITTIMA: IL CASO DEI MAGISTRATI ONORARI NEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE
Con atto da me presentato il 29 aprile 2015 al Commissario di Governo italiano per il Free Territory di Trieste ho richiesto che venga dichiarata l’inefficacia di una sentenza del Giudice di Pace di Trieste ai sensi e per gli effetti del Trattato di Pace del 1947.
Il procedimento in cui ero stato rinviato a giudizio davanti al Giudice di Pace risale al lontano 2003 e riguarda un mio intervento di denuncia pubblica di abusi urbanistici ed ambientali da parte dell’Amministrazione comunale di Muggia da cui venni denunciato per diffamazione aggravata.
La storia di quel processo può essere letta sua sul mio blog che nel mio libro-inchiesta Tracce di legalità.
Era quella la stagione intensa delle lotte per la difesa del nostro territorio aggredito dalla speculazione edilizia e dallo smaltimento incontrollato dei rifiuti tossici. Trieste, con il consenso di una classe politica corrotta, era stata ridotta a terra di elezione per le potenti mafie italiane e per il loro malaffare.
Eravamo in pochi a batterci contro questo sistema dalle caratteristiche prettamente mafiose e che a Trieste era fortemente coperto per ragioni di Stato, come poi scoprimmo dolorosamente.
Allora eravamo ancora animati dalla fiducia nelle istituzioni ed in particolare nell’autorità giudiziaria. Ma questa sparì molto rapidamente, man mano che emergevano le prove della totale collusione di ogni singola autorità locale nella realizzazione del disastro ambientale di Trieste.
Le nostre denunce vennero rivoltate contro di noi e il nostro gruppo di ambientalisti (Amici della Terra Trieste) venne spazzato via dalla stessa autorità giudiziaria a cui ci eravamo rivolti fiduciosi: nessuno doveva indagare sui rifiuti che l’Italia aveva scaricato a Trieste.
Quel processo davanti al Giudice di Pace era il primo segnale che ci veniva trasmesso per cessare immediatamente la nostra attività considerata molesta per l’Italia. Allora non eravamo ancora informati dello status giuridico di Trieste. Non conoscevamo i nostri diritti di cittadini del Territorio Libero di Trieste.
Non sapevamo di trovarci in una terra nella quale solo alla casta dei nazionalisti che simulano illegalmente la sovranità italiana erano garantiti onori e privilegi.
Quella condanna ingiusta e le successive azioni giudiziarie portarono a sgretolare e a distruggere quel movimento ambientalista che si batteva per il riscatto di una terra violentata dall’inquinamento di Stato.
Tuttavia rafforzarono in me quello spirito di ribellione nei confronti di chi aveva avvelenato il nostro ambiente e la nostra gente. E decisi di non cedere davanti al prepotere mafioso.
Ho continuato a lottare per affermare la legalità in questa nostra terra e l’ora della nostra liberazione da questa oppressione non è più così lontana. Certo, molto dipenderà anche dagli stessi triestini. Ma ora i cittadini del Territorio Libero di Trieste stanno diventando consapevoli dei propri diritti. Diritti da reclamare, di cui chiedere il rispetto.
Io lo sto facendo, tutti lo devono fare. E così si avvicinerà la nostra liberazione.
Quella stessa sentenza del giudice di pace, simbolo della cancellazione dei nostri diritti, viene da me contestata a norma delle nostre leggi. Leggi di uno Stato di diritto nel quale non possono essere imposte le leggi della vicina Repubblica italiana, Paese terzo senza alcun potere.
Una di queste leggi illegittime, quindi non applicabili nel Territorio Libero di Trieste, istituisce i magistrati onorari e tra questi il giudice di pace. La Legge è la n. 374 del 21 novembre del 1991 con le successive modificazioni.
Il motivo per cui la Legge 374/91 e le sue modificazioni non hanno efficacia nel Free Territory of Trieste è che non risultano estese dal Commissario del Governo italiano, o del Governo stesso.
La pronuncia di sentenze da parte di magistrati onorari invece che da parte di magistrati ordinari vìola i principi stabiliti dall’art. 102 della Costituzione italiana che riservano la funzione giurisdizionale ai giudici ordinari e sono stati assunti tra i principi generali dell’ordinamento del Free Territory of Trieste con Decreto commissariale n. 100 del 3 marzo 1955.
La pronuncia di sentenze da parte di magistrati onorari viola perciò, sotto tutti tali profili giuridici, sia l’ordinamento del Free Territory of Trieste affidato in amministrazione alla responsabilità del Governo italiano, sia l’ordinamento della Repubblica italiana.
Ogni applicazione di norme giudiziarie dell’ordinamento dello Stato italiano (come di qualsiasi altro Stato) nell’ordinamento del Free Territory of Trieste senza che esse vi siano state recepite ed adattate con provvedimento legislativo del Governo amministratore fiduciario:
- danneggia e minaccia i diritti e gli interessi legittimi non solo delle parti nei singoli procedimenti civili, penali, amministrativi, fiscali, tavolari, ma di tutti i cittadini e le imprese del Free Territory of Trieste;
- violando le norme di diritto internazionale sul Free Territory of Trieste viola anche l’ordinamento costituzionale italiano (artt. 10, primo comma, e 117, primo comma Cost.).
Tutte le sentenze dei giudici onorari nel Territorio Libero di Trieste sono quindi nulle in diritto ed impugnabili davanti al Commissario di Governo.
Si tratta di atti commessi in violazione plurima di legge nell’ambito dell’amministrazione civile provvisoria (special trusteeship) sub-affidata al Governo italiano con il Memorandum d’intesa di Londra (5 ottobre 1954), che include tutti i poteri del precedente Governo Britannico-Statunitense, inclusa la giurisdizione.
Il Governo italiano ha delegato all’esercizio di quei poteri un Commissario Generale del Governo nel Territorio di Trieste (DPR 29 ottobre 1954). In seguito tali poteri sono passati al Commissario del Governo nella Regione Friuli Venezia Giulia (L. Cost. n. 1/1963, estesa al Territorio Libero con pubblicazione sul Bollettino Ufficiale del Commissariato Generale n. 7 dell’11 marzo 1963).
Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante