27 agosto 2013 – Comunicato ex Zona B
Il Movimento Trieste Libera combatte in sede locale ed internazionale per i diritti della popolazione triestina, non su opinioni politiche ma sulla base di un apparato giuridico internazionale incontestabile, che è la forza reale della sua azione e la risorsa fondamentale per salvare Trieste.
Questo apparato giuridico è stato riassunto e consolidato nell’apposito “Atto di reclamo e messo in mora” notificato ufficialmente nel mese di giugno alle autorità italiane ed internazionali per avviare secondo diritto tutte le procedure liberatorie conseguenti, che stanno sollevando interesse anche a livello internazionale.
Gli avversari del Movimento non hanno nulla da potergli opporre su questo piano concreto e rigoroso. Tentano perciò da luglio di spostare la battaglia sul piano politico ed emotivo attraverso un’intensa e ributtante campagna di dichiarazioni fuorvianti, notizie false, invenzioni ostili e diffamazioni per screditare il movimento e minacciarne il direttivo, gli aderenti ed i simpatizzanti.
Di fronte al tentativo di sviare i triestini dall’agire compatti per i loro diritti concreti ed inoppugnabili, occorre dunque mantenere l’attenzione ben ferma sulla situazione di diritto che ne unisce gli interessi legittimi anche al di là delle comprensibili diverse aspirazioni ed emotività di ognuno.
La campagna ostile punta ora anche a sollevare sia queste emotività che ostilità internazionali riaprendo fittiziamente la nota questione della “Zona B” del Territorio Libero di Trieste, ed a questo scopo ha inscenato un gioco delle parti con cui accusa il Movimento sia di rinunciarvi che di sollevarla.
Ambedue le accuse sono false.
Il Movimento Trieste Libera è formato da persone di vario orientamento politico personale anche su quel tema storico, che sentono però il dovere e compito primario di difendere qui ed ora i diritti ed il lavoro di Trieste nella crisi che altrimenti la affonderà definitivamente nell’emarginazione, nella corruzione e nella miseria.
Come il chirurgo per salvare il paziente in pericolo di vita non usa opinioni o preferenze personali bensì gli strumenti medici concreti dell’emergenza, così il Movimento Trieste Libera deve dunque usare soltanto gli strumenti della situazione di diritto reale che può essere azionata immediatamente ed in concreto.
Ad oggi la situazione di diritto reale è quella rappresentata dal Movimento nel documento ufficiale qui riallegato, che è bene perciò rileggere con attenzione, ed include anche la questione della “Zona B” precisandone la condizione giuridica attuale, che viene invece nascosta proprio dagli avversari del Territorio Libero per invalidarlo.
In sintesi, per i motivi e nei modi precisati nel documento, la Comunità internazionale non ha mai modificato le conseguenze del Trattato di Pace e del Memorandum di Londra soltanto sullo status giuridico della principale “Zona A” (Trieste, porto franco e comuni finitimi), che è rimasta perciò Territorio Libero in amministrazione civile provvisoria del Governo (e non dello Stato) italiano su mandato fiduciario internazionale. E può venire perciò impugnata esattamente in questi termini e limiti, che sono quelli necessari e sufficienti a salvare e rilanciare Trieste.
Per la “Zona B” invece l’amministratore civile provvisorio era il Governo jugoslavo, che ha cessato di esistere senza che il mandato internazionale venisse esplicitamente affidato ai governi dei nuovi Stati di Slovenia e di Croazia, né riaffidato ad essi. La Comunità internazionale ha infatti preferito riconoscerli nei confini attuali, che includono l’allora “Zona B”. Modificandone così dal 1991-92 lo status giuridico per volontà di tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite e firmatari del Trattato di pace e del memorandum di Londra.
In conclusione:
Risollevare oggi la questione della “Zona B”, anche in perfetta buona fede e con motivazioni politico-economiche comprensibili, significa perciò deviare l’azione dal fronte primario per il Territorio Libero di Trieste dalla certezza assoluta del diritto internazionale vigente per la “Zona A” su un fronte secondario dove il diritto non esiste più ed è certa perciò una sconfitta che logorerebbe e piegherebbe anche la battaglia per Trieste.
Questo è esattamente lo scopo per cui tutti gli avversari del Territorio Libero di Trieste (partiti, speculatori, servizi, ecc.) tentano e tenteranno ancora con ogni mezzo ed inganno possibile, dalle disinformazioni stampa alle pressioni in rete, di simulare che il Movimento voglia riaprire la questione della “Zona B”, od indurlo a mettersi in una trappola mortale riaprendola.
Il Movimento ribadisce perciò con fermezza le posizioni del documento ufficiale qui allegato, che invita tutti, aderenti ed avversari politici, ad analizzare con attenzione e discutere con la massima serietà. Perché abbiamo tutti il dovere primario di salvare con urgenza assoluta la città, il porto franco internazionale ed anzitutto la nostra gente che affonda sempre più nella disoccupazione e nella miseria altrimenti senza prospettive.
Lasciamo dunque le disinformazioni e le chiacchiere politiche ai responsabili del disastro a cui solo noi stiamo lavorando per rimediare veramente.
Il Consiglio Direttivo di Trieste Libera.