Trieste Libera

L’ITALIA CERCA DI IMPORRE I TERMINALI DI RIGASSIFICAZIONE NEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE

Terminal petroli di Trieste e depositi costieri di combustibili: qui dovrebbe essere realizzato uno dei due rigassificatori che l'Italia sta cercando di imporre in violazione dello status giuridico del Porto Franco di Trieste.

Terminal petroli di Trieste e depositi costieri di combustibili: qui dovrebbe essere realizzato uno dei due rigassificatori che l’Italia sta cercando di imporre in violazione dello status giuridico del Porto Franco di Trieste.

INTEGRATE LE PETIZIONI SUI RIGASSIFICATORI NEL GOLFO DI TRIESTE

LE INDEBITE PRESSIONI DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA ITALIANO SULLA COMMISSIONE EUROPEA PER FAR APPROVARE I TERMINAL DI RIGASSIFICAZIONE COSTITUISCONO VIOLAZIONE DELLO STATUS GIURIDICO DEL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE.

Le pressioni delle autorità italiane sulla Commissione Europea per ottenere l’inserimento del progetto del terminale di rigassificazione della spagnola Gas Natural nel porto di Trieste tra le infrastrutture energetiche europee prioritarie oltre il 2020 nell’ambito del “Piano per una rete energetica europea integrata” in corso di elaborazione a Bruxelles rappresentano anche una violazione dello Status giuridico del Porto Internazionale di Trieste.

È questa la denuncia che Greenaction ha presentato in questi giorni all’Unione Europea.

Dopo le recenti risposte ricevute dal Parlamento Europeo e dalla Commissione Europea sulle inchieste in corso da parte delle istituzioni comunitarie, a seguito delle denunce e delle petizioni presentate da Greenaction Transnational e da Alpe Adria Green, che confermano l’importanza ora attribuita dall’Unione Europea alla delicatissima questione dei progetti dei terminali di rigassificazione nel Golfo di Trieste, Greenaction ha presentato una urgente integrazione per rendere evidente l’insostenibilità di questi progetti anche dal punto di vista del diritto internazionale.

La questione era già stata sollevata da Greenaction anche nell’intervento del 22 gennaio a Bruxelles durante le discussione delle tre petizioni (483/2007, 1147/2008, 1472/2009) senza peraltro ottenere alcuna risposta dalla Commissione Europea, ma determinando l’inserimento nelle inchieste in corso di due commissioni del Parlamento Europeo (quella per l’industria, la ricerca e l’energia, e quella per la l’ambiente e la sanità pubblica), e il coinvolgimento della Croazia nel procedimento di valutazione.

I rischi per la sicurezza e l’ambiente, infatti, non investono solo Trieste ma anche gli Stati confinanti (Italia e Slovenia) e vicini (Croazia).

La realizzazione del rigassificatore on shore della Gas Natural entra infatti pesantemente in conflitto con lo Status giuridico del porto di Trieste stabilito dal Trattato di Pace del 1947 quale Porto Franco Internazionale, regolamentato dall’Allegato VIII del Trattato che garantisce a tutti gli Stato l’uso libero, indisturbato e senza discriminazioni dello scalo.

L’art, 2 dell’Allegato VIII del Trattato di Pace stabilisce che:

“L’istituzione di zone speciali nel Porto Franco sotto la giurisdizione esclusiva di uno Stato qualunque è incompatibile con lo status del Territorio Libero e del Porto Franco”.

La questione dello status giuridico del Porto di Trieste si estende naturalmente a Trieste ed alla sua provincia, che dal 1992 costituiscono l’attuale Free Territory of Trieste – Territorio Libero di Trieste.

L'attuale Territorio Libero di Trieste (dal 1992)

Fonte: Greenaction Transnational

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

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