Domenica 1° luglio 2012. – Oggi alle 10 Trieste Libera ha tenuto con successo la 4° manifestazione a difesa del Porto Franco Nord.
L’evento si è aperto con un presidio in Piazza Grande, davanti al Commissariato del Governo.
Qui, sulle note dell’Inno a San Giusto, Trieste Libera ha tenuto il primo Alzabandiera del Territorio Libero di Trieste dopo decenni di simulazione di sovranità italiana.
Nel 1954 infatti il Governo italiano (non lo Stato) si è assunto l’obbligo di amministrare Trieste nel rispetto delle leggi del Territorio Libero. Obbligo esercitato mediante appunto il Commissario del Governo.
Per questo da aprile Trieste Libera chiede al nuovo al Commissario e Prefetto di revocare l’illecito decreto di sospensione del regime di punto franco nel Porto Franco Nord.
Le autorità locali chiamano l’area “porto vecchio”. La spacciano per un inutile relitto del passato. Niente di più falso. Dicono che il porto debba essere “restituito alla città” e “aperto” a nuovi investimenti. Si tratta di pura propaganda.
L’abbandono del Porto Franco Nord dipende da una precisa volontà politica.
Una consociazione trasversale di politici tenta di soffocare il Porto Franco internazionale del Territorio Libero di Trieste.
Il settore nord dovrebbe essere sacrificata all’urbanizzazione selvaggia (e illegale). Questo piano sottrarrebbe a noi tutti posti di lavoro, opportunità economiche e benessere.
Il Porto Franco Nord misura infatti oltre 70 ettari, ha fondali di 18 metri ed un regime di zona franca vincolato da leggi internazionali vigenti. Per legge, nel Porto Franco internazionale di Trieste possono entrare navi da tutti gli Stati del mondo, con il diritto di sbarcare, imbarcare, immagazzinare ed elaborare merci senza il pagamento di alcuna tassa.
Gli stessi politici che sostengono la distruzione del Porto Franco Nord appoggiano il controverso rigassificatore di Gas Natural. Quello che paralizzerebbe anche il settore sud del nostro porto.
Tutto a vantaggio dei porti italiani. E degli speculatori locali.
Il Porto Franco Nord non deve essere “restituito” alla città sotto forma di zona urbana. Deve essere invece restituito alla Comunità Internazionale affinché questa possa beneficiarne per quello che è: un porto. Un’immensa opportunità economica, fonte di lavoro e sviluppo.
Per questo il corteo ha sfilato lungo le rive accompagnato dalla Banda di Salez fino al Porto Franco Nord.
L’evento si è concluso con l’allestimento di un punto informativo. I volontari del Movimento hanno quindi invitato i concittadini ad informarsi sui nostri diritti.
Dopo 60 anni di propagande, finalmente, Trieste chiede la riattivazione del suo Porto Franco internazionale.
Non lasciamoci ingannare dalle propagande. Continuiamo a difendere il nostro porto!
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