METTERE A TACERE LA LIBERA INFORMAZIONE DEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE
Articolo del 22 ottobre 2014.
Hanno chiesto la testa del più coraggioso giornalista indipendente di Trieste. Lo hanno denunciato all’ordine professionale chiedendone la punizione esemplare: magari la radiazione.
È questo il biglietto da visita degli pseudoindipendentisti “triestini” del movimento Territorio Libero (TL3), e dei loro alleati dell’organizzazione Triest NGO.
L’incredibile accusa? Essere un collaboratore dei servizi segreti sloveni. Così hanno tentato di togliere di mezzo una persona scomoda perché non controllabile. E di bloccare i giornali La Voce di Trieste e Trieste Libera News (organo d’informazione di Trieste Libera) di cui Parovel è il direttore.
La Voce di Trieste è l’unico giornale che denuncia il malaffare di Trieste. Con le sue inchieste ha dato fastidio ai cosiddetti “poteri forti”. Che a Trieste significano, ancor più che nel Bel Paese”, reti di corruzione estesissime, con l’immancabile presenza di una criminalità organizzata che agisce tramite i colletti bianchi.
E ora l’obiettivo di questa rete di malaffare è l’occupazione del Porto Franco di Trieste in violazione dei trattati internazionali e delle stesse leggi italiane.
Trasformare il porto di Trieste in una piccola Montecarlo balcanica sdemanializzandone le aree portuali e cancellando i punti franchi. Un piano diabolico, un piano criminale. Dietro cui girano miliardi di euro. Ecco perché bisogna eliminare la libera informazione che denuncia questa rete di illegalità con la forza del Diritto.
Paolo G. Parovel è l’unico giornalista che ha avuto il coraggio e il senso civico di opporsi a questo sistema mafioso. E quindi deve essere messo a tacere. Possibilmente per sempre. Altrimenti, finché ci sarà una Voce Libera, un Quarto Potere non controllabile a difesa della legalità e della giustizia, Trieste con il suo Territorio Libero non potrà essere messa sotto il controllo delle mafie.
Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante