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RIFIUTI DALL’ITALIA NEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE: CHI LO HA DECISO?

RIFIUTI DALL'ITALIA NEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE: CHI LO HA DECISO?

RIFIUTI DALL’ITALIA NEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE: CHI LO HA DECISO?

C’è un dato di fatto incontrovertibile sulla attuale gestione dello smaltimento dei rifiuti italiani nell’inceneritore pubblico di Trieste: la totale assenza di qualsiasi accordo tra il Governo italiano che sta amministrando il Territorio Libero di Trieste e lo Stato Italiano.

Se non teniamo ben presente questo fatto fondamentale rischiamo di venire fuorviati dalla solita propaganda di regime sostenuta dagli organi di informazione italiani. La domanda corretta che dovremmo porci è: la Svizzera sarebbe disposta ad accettare i rifiuti che provengono dalle regioni italiane più pesantemente controllate dalla criminalità organizzata?

E non solo la Svizzera, ovviamente. Qualsiasi Stato prima di accettare un carico di inquinanti di incerta origine, produzione, e con scarsi controlli qualitativi (spesso contraffatti come accade in Italia) ci penserebbe attentamente.

E porrebbe (se questo naturalmente fosse fattibile, e quindi con seri controlli dei materiali importati) delle condizioni severe chiedendo contropartite di natura economica per trarre almeno vantaggio da un’operazione comunque ad alto rischio per l’ambiente e la salute pubblica. Perché i rifiuti poi rimangono nel suo territorio per sempre.

Tutto questo a Trieste, capitale del Territorio Libero di Trieste non accade.

Qui la destinazione d’uso del territorio del piccolo Stato è già stata decisa da tempo. Almeno da quando il Governo italiano ne ha assunto l’amministrazione civile, ovvero dal 1954. Da allora la “vocazione” principale e speciale del Territorio Libero è stata quella di ricettacolo per rifiuti che l’Italia non sapeva dove spedire e come smaltire.

Così in un fiorire di attività illecite, in quanto frutto dell’inesistenza di accordi tra gli Stati interessati (Italia e TLT), Trieste è diventata negli anni la meta preferita, ovvero l’ultima destinazione possibile, per quei rifiuti che tutti ma proprio tutti non vogliono a casa loro.

Questo grazie anche alla complicità di una classe politica locale completamente asservita a coloro che operavano per distruggere l’economia e l’ambiente del Territorio Libero di Trieste.

E la storia va avanti. Dopo essere stato devastato dalle discariche realizzate ovunque, dal Carso con le sue grotte inghiottitoi, al mare con le discariche sottomarine, in una continuità impressionante di sostanze nocive dispersi nell’ambiente, il Territorio Libero di Trieste sembra debba continuare a servire come valvola di sfogo delle irrisolte ed irrisolvibili emergenze ambientali italiane.

Ed infatti nell’inceneritore di Trieste continuano ad essere smaltiti rifiuti provenienti un pò da tutta Italia ed in particolare dalla Campania, dal Lazio, dalla Toscana, dal Veneto, dalla Lombardia. Almeno 50.000 tonnellate all’anno. Senza contropartite naturalmente perché anche gli utili di questa operazione a danno della salute dei cittadini vanno a finire alla società italiana a cui i politici locali hanno ceduto l’inceneritore del Territorio Libero di Trieste.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

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