Trieste: adesso gli appalti contestati del sindaco Dipiazza diventano “patriottici”!
Di fronte alle proteste crescenti dei triestini per la demolizione speculativa della caserma Polstrada di Roiano per giustificare giri d’appalti inutili e sospetti da 15 milioni di euro, il Comune di Trieste tenta di accelerare le demolizioni per mettere la gente di fronte al fatto compiuto, come già per la scandalosa demolizione dell’ospedale della Maddalena da parte della precedente amministrazione dell’arrogante sindaco Dipiazza.
L’affare della caserma Polstrada risulta imbastito tra politici e funzionari del Comune, del Demanio e del Ministero dell’interno, e sta proseguendo con l’abbattimento di alberi sani, di edifici perfettamente agibili e di un parcheggio da 200 posti auto, per sostituirli senza alcuna necessità e convenienza con edifici nuovi, nuovi alberi ed un parcheggio sotterraneo da 70 posti.
All’ipotesi evidente di danno erariale per l’enorme spesa inutile di denaro pubblico a favore degli appaltatori si aggiunge il fatto che la proprietà dell’area è contestata con una procedura di iscrizione della proprietà al vero titolare per legge vigente, che non è il Demanio italiano, né il Comune di Trieste o il Ministero dell’Interno.
Il proprietario per legge vigente (DlgsCPS 1430/1947 ratificato con L. 3054/1952) è infatti il Demanio dello Stato dell’attuale Free Territory of Trieste affidato all’amministrazione provvisoria del Governo italiano dai Governi degli Stati Uniti e del Regno Unito per conto dell’ONU.
Gli atti sono stati perciò notificati oltre che alle autorità giudiziarie competenti, anche al Comune di Trieste, informandone pure l’impresa appaltatrice della demolizione perché si stanno rendendo tutti quantomeno colpevoli di danni ingenti al patrimonio pubblico.
Ma il Comune invece di sospendere prudentemente la demolizione sembra volerla accelerare per mettere tutti di fronte al fatto compiuto, trasformando addirittura l’affare in una “missione patriottica”.
Sabato 19 agosto infatti, l’impresa, che è di Roma, ha imbandierato simbolicamente i cingolati di tricolore (vedi foto) riprendendo ostentatamente i lavori con un chiasso infernale, e non si può ritenere che l’abbia fatto senza disposizioni e rassicurazioni in tal senso del Sindaco Dipiazza o dei suoi assessori e funzionari. Sono intervenuti per accertamenti la Polizia di Stato e quella municipale.
A Trieste in materia d’appalti pubblici inutili o sospetti ne avevamo viste sinora di tutti i colori, e da anni, come accade del resto dappertutto nel sistema politico-amministrativo italiano. Ma gli “appalti patriottici” sono un novità assoluta: complimenti al sindaco Roberto Dipiazza, che conquista così un nuovo primato assoluto, che potrebbe diventare d’esempio.
Il suo primato assoluto precedente consiste nell’essere riuscito a vendersi illegalmente un terreno del suo stesso Comune per farci una speculazione edilizia personale con un suo assessore e con la complicità del segretario comunale e di membri dell’apparato giudiziario locale.
Rimasti tutti non solo impuniti, ma anche premiati e tuttora in carica, e, come si vede con l’affare della caserma di Roiano, più sicuri e arroganti che mai.
Finché dura, e potrebbe anche durare molto meno di quanto sperano loro.
Ufficio Stampa del Movimento Trieste Libera
Ah, adesso i sfotti pure! Che rabbia!
Ride bene chi ride ultimo… e non saranno loro, siccome stanno violando la legge.
Coraggio !!! Per il tricolore italiano questo è il canto del cigno, molto presto sventolerà la vera bandiera. Inoltre aggiungo che tutte le malefatte, le incompetenze, i business dei vari politici fatti coi denari pubblici, le ingiustizie, le impunità, il menefreghismo, etc. etc. dovranno essere solo un pessimo ricordo della mala amministrazione italiana ed auspico che una volta ripristinato l’ ordine legittimo del nostro stato vi sia una commissione di vigilanza che controlli in maniera rigorosa l’ operato di chi coloro i quali saranno deputati ad amministrare il nostro stato. W il T.L.T.
Infatti, ride bene chi ride ultimo. Inoltre anche gli italiani onesti mandati dovrebbero essere disgustati da chi si nasconde dietro alla bandiera del loro paese per violare i diritti dei cittadini di un altro Stato.
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