Trieste Libera

STAMPA LIBERA E STAMPA DI REGIME

STAMPA LIBERA E STAMPA DI REGIME.

ASSOLTO IL GIORNALISTA PAOLO G. PAROVEL.

STAMPA LIBERA E STAMPA DI REGIME. ASSOLTO IL GIORNALISTA PAOLO G. PAROVEL.

Assolto perché il fatto non costituisce reato. Con questa formula il 6 aprile 2017 la Corte d’Appello di Trieste ha prosciolto il giornalista investigativo e direttore del giornale d’inchiesta “La Voce di Trieste” Paolo G. Parovel dalle accuse formulate contro di lui da un cronista del quotidiano locale Il Piccolo, Corrado Barbacini, che lo aveva querelato.

La vicenda riguarda un’ampia inchiesta di Parovel sui poteri trasversali a Trieste, pubblicata sul La Voce di Trieste nel 2013 (pagine 6 e 7 del numero 30), che documentava anche come la pesante campagna stampa del Piccolo contro il Movimento Trieste Libera utilizzasse notizie riservate di indagini del PM politicamente ostile Federico Frezza, all’epoca facente anche funzioni di Procuratore capo in attesa di nomina del titolare.

Il direttore del Piccolo ed il PM Frezza non reagirono, ma l’avvocato di fiducia del quotidiano depositò una querela a nome del Barbacini, menzionato solo marginalmente nell’inchiesta come autore di due articoli.

La querela affermava che le fughe di notizie delle indagini non esistevano ed il cronista era stato diffamato. Parovel chiese il giudizio abbreviato, essendo certo dell’assoluzione perché non costituisce reato documentare fatti veri.

Le fughe di notizie vennero infatti confermate e troncate nel 2015 dall’energico nuovo Procuratore capo, Carlo Mastelloni, con un’indagine che fece clamore e portò all’apertura di procedimenti contro il Barbacini, il PM Frezza ed alcuni investigatori (anche se vennero trasferiti solo gli investigatori ed un altro PM).

Il Piccolo reagì con una violentissima campagna di accuse false contro il Procuratore Mastelloni, mentre un giudice di primo grado condannava Parovel, unico giornalista che difendeva il Procuratore (con due articoli: LINK e LINK), benché i fatti affermati nell’inchiesta della Voce  fossero ormai pubblicamente provati.

Ora la Corte d’Appello ha annullato quella sentenza così ingiusta ed imbarazzante per l’amministrazione della giustizia a Trieste.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

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