Manifestazione in porto: Trieste Libera si autodenuncia
AGGIORNAMENTO: il 10 luglio 2017 il processo è arrivato alla sentenza di primo grado, che ha demolito clamorosamente l’imputazione. La manifestazione di Trieste Libera quindi non era eversiva: LINK
Trieste, 7 luglio 2014. – A fine giugno il pm di Trieste Federico Frezza ha inviato avvisi di garanzia a 19 attivisti ed ex attivisti del Movimento Trieste Libera che il 10 febbraio avevano partecipato con altre centinaia di associati e simpatizzanti a 12 ore di presidio pacifico contro i tentativi di politici italiani imporre nel Porto Franco Nord della città adriatica una colossale speculazione edilizia ed immobiliare privata sulla quale vi sono interrogativi antimafia.
Il Movimento afferma i diritti internazionali del Territorio Libero di Trieste quale stato membro delle Nazioni Unite istituito dal Trattato di Pace del 1947 ed affidato dal 1954 in amministrazione fiduciaria civile provvisoria al Governo (non allo Stato) italiano.
Trieste Libera si oppone perciò anche al tentativo dei politici italiani locali di utilizzare il Porto Franco Nord per una colossale speculazione edilizia ed immobiliare privata sulla quale vi sono interrogativi antimafia.
Il Pm Frezza contesta agli indagati reati di “violenza privata” per avere deviato il passaggio di quattro veicoli, di “radunata sediziosa” e manifestazione “eversiva” per essersi riuniti a scopo di “ribellione” poiché non riconoscono la sovranità su Trieste dello Stato italiano, e di “manifestazione non preannunciata né autorizzata” affermando che non ne avevano avvisato la polizia italiana.
Per questi motivi il Pm offre agli accusati di accettare senza processo un mese di carcere, sospeso per chi non ha precedenti.
Il Movimento Trieste Libera ha già dichiarato che ritiene insussitenti i reati poiché si trattava di una manifestazione legittima, doverosa, pacifica e preannunciata alle autorità italiane. Così come è legittima e fondata l’opinione che lo Stato italiano non abbia sovranità sul Territorio Libero di Trieste. Trieste Libera ha perciò depositato giovedì [3 luglio] direttamente a New York presso le Nazioni Unite un reclamo per queste accuse mosse dalle Autorità italiane.
Non si comprende inoltre perché il pm abbia selezionato tra le centinaia di partecipanti identificati solo quei 19 nomi, mescolando alcuni soci effettivi di Trieste Libera con persone che essa ha invece notoriamente espulso e denunciato per comportamenti illeciti e dannosi che non hanno nulla a che fare con quella manifestazione e con il Movimento.
Per questi motivi Trieste Libera ritiene che la vicenda processuale della manifestazione del 10 febbraio debba essere riportata con rigore ai fatti ed ai protagonisti reali, senza strumentalizzazioni e senza correlazioni improprie con vicende che sono differenti e non hanno a che fare col Movimento.
A questo scopo il Movimento ha avviato l’autodenuncia motivata degli altri partecipanti alla manifestazione. Le prime 39 autodenunce firmate sono state depositate venerdì mattina [4 luglio] alla Procura di Trieste.
I nominativi rimangono coperti da segreto d’indagine, mentre il testo dell’autodenuncia verrà illustrato sabato [domani, 5 luglio] in conferenza stampa nella sede di Piazza della Borsa 7, alle ore 11.00.
Ufficio Stampa del Movimento Trieste Libera