Trieste Libera

INCOMPATIBILITÀ AMBIENTALE DEI GIUDICI ITALIANI CON TRIESTE LIBERA

INCOMPATIBILITÀ AMBIENTALE DEI GIUDICI ITALIANI CON TRIESTE LIBERA

Articolo del 25 settembre 2013

INCOMPATIBILITÀ AMBIENTALE DEI GIUDICI ITALIANI CON TRIESTE LIBERA. 25 settembre 2013: presidio di Trieste Libera al tribunale di Trieste.

DOPO GLI ATTACCHI DELL’ANM E DELLA STAMPA, IL TRIBUNALE DI TRIESTE SOSPENDE IL PRIMO PROCESSO NEI CONFRONTI DI APPARTENENTI AL MOVIMENTO TRIESTE LIBERA

Con decisione del giudice Pietro Leanza il Tribunale di Trieste ha sospeso in data odierna il processo in cui sono imputato per reato di opinione assieme al direttore del giornale La Voce di Trieste Paolo G. Parovel.
La sospensione è stata decisa a seguito di presentazione in udienza di istanza di rimessione da parte degli imputati a seguito della violenta campagna stampa denigratoria avviata dai media locali contro il Movimento Trieste Libera ed i suoi aderenti e simpatizzanti.
Alla campagna denigratoria e intimidatoria si erano associati con dichiarazioni pubbliche ufficiali ostili rilasciate al quotidiano locale Il Piccolo il presidente della sezione penale Filippo Gulotta e il p.m. facente funzioni di Procuratore capo Federico Frezza.
Gli atti del processo verranno ora trasmessi alla Corte di Cassazione per la decisione nel merito.
Di seguito l’istanza depositata in udienza. E che ora ogni cittadino dell’attuale Territorio Libero che si riconosce nel Movimento Trieste Libera potrà riprendere sollevando l’incompatibilità dell’autorità giudiziaria italiana operante nel tribunale di Trieste.
***
Istanza di rimessione ad altra sede ex artt. 45, 46, 47, 48  e 49 c.p.p.
per manifestata incompatibilità ambientale degli Organi giudiziari
del Distretto di Corte d’Appello di Trieste
nei procedimenti che riguardino l’organizzazione politica
“Movimento Trieste Libera” e suoi dirigenti, aderenti o simpatizzanti
presentata nell’interesse di Roberto Giurastante
1. Oggetto e motivi dell’istanza
Roberto Giurastante è notoriamente il leader più esposto del Movimento Trieste Libera, il quale contesta su basi di diritto internazionale la sovranità italiana su Trieste, ed è anche il più soggetto ad attacchi politici e di stampa che aizzano persone ed istituzioni anche direttamente contro la sua persona, con rischi e minacce per la sua stessa incolumità personale già provati da più episodi oggetto di denunce ed indagini.
Dette iniziative di contrasto nei confronti del Movimento Trieste Libera e dei suoi dirigenti, associati e simpatizzanti si sono estese recentemente all’ambiente giudiziario locale, perciò concretandovi gravi ed insolite condizioni di ostilità ambientale che possono turbare lo svolgimento dei processi, determinando motivi di legittimo sospetto nei confronti dei magistrati, pregiudicando palesemente la libera determinazione delle persone che partecipano al processo nonché la sicurezza e l’incolumità pubblica, e non appaiono altrimenti eliminabili che con la rimessione ad altro distretto giudiziario.
Come infatti ben noto al Tribunale ed alla Procura di Trieste, dalla seconda metà di luglio del 2013 alcune dichiarazioni pubbliche ufficiali ostili rilasciate al quotidiano già ostile Il Piccolo dal Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Trieste, dott, Filippo Gullotta, e seguite da dichiarazioni connesse del pm facente funzioni di Procuratore capo dott. Federico Frezza hanno dato luogo ad un’abnorme, violenta e minacciosa polemica politico-giudiziaria contro il Movimento Trieste Libera ed i suoi aderenti e simpatizzanti.
Nelle sue dichiarazioni il dott. Gullotta ha anche chiesto pubblicamente che la sezione distrettuale dell’ANM-Associazione nazionale Magistrati si schierasse, in rappresentanza dei suoi associati, sulle medesime posizioni ostili al Movimento Trieste Libera ed ai suoi aderenti e simpatizzanti.
La giunta distrettuale dell’ANM ha assunto tale posizione con scelta che appare palesememente politica, perché immediata e senza verifica obiettiva dei fatti, né interpello doveroso della controparte, verso la quale ha così manifestato pubblicamente grave inimicizia a nome di tutti i propri associati.
Tale posizione dell’ANM è stata pubblicata dal quotidiano il 20 luglio 2013 sotto il titolo “Veleni tra magistrati e Trieste Libera” (allegato A).
A tutt’oggi, essendo trascorso un notevole lasso di tempo da tale presa di posizione sostanzialmente politica, la notizia del quotidiano non risulta essere stata smentita dall’ANM, e nessun suo organo, o dirigente, o singolo associato risulta avere formulato dissociazione o distinguo dalla posizione ostile che l’ANM ha così di fatto espresso anche a loro nome nei confronti del Movimento Trieste Libera, dei suoi aderenti e dei suoi simpatizzanti.
Ne consegue incompatibilità, per manifestata inimicizia, di tutti i magistrati iscritti alla sezione distrettuale di Trieste dell’ANM, alla trattazione di procedimenti che riguardino in qualsiasi modo ed a qualsiasi titolo il Movimento Trieste Libera e suoi dirigenti, aderenti e simpatizzanti comunque individuabili come tali.
I nomi degli iscritti all’ANM non sono noti ed i loro elenchi non risultano accessibili, ma essa dichiara a livello nazionale di rappresentare il 96,8% dei magistrati italiani, di tutte le correnti politiche.
Poiché non vi è motivo per ritenere che essa non rappresenti analoga percentuale, cioè la quasi totalità, dei magistrati in servizio nel Distretto di Trieste, la sua stessa rappresentatività dichiarata estende logicamente l’incompatibilità qui eccepita a tutti gli Organi giudiziari del Distretto, e ne fa  motivo palese di rimessione dei giudizi ad altra sede.
2. La materia del contendere
2.1. L’organizzazione politica “Movimento Trieste Libera”, che conta migliaia di associati e decine di migliaia di simpatizzanti e della quale Roberto Giurastante è tra gli esponenti più noti ed esposti, promuove legittimamente e doverosamente nei procedimenti civili, penali, amministrativi e tributari avanti gli organi giudiziari dello Stato italiano operanti nella Zona A del Territorio Libero di Trieste l’eccezione di difetto assoluto di giurisdizione degli stessi per i motivi di diritto internazionale ed interno puntualmente enunciati nell’ apposito “Atto di reclamo e messa in mora” dd. 18.6.2013 a tal fine notificato alle competenti autorità italiane nazionali e locali, inclusI il Tribunale e la Procura di Trieste nonché alle competenti sedi internazionali di garanzia.
2.2. Per brevità di esposizione si deposita tale atto in copia (allegato B) quale parte integrante, nella sua interezza, della motivazione del presente atto di ricusazione, i cui elementi essenziali si possono riassumere come segue.
Il difetto di giurisdizione eccepito consiste nella sovrapposizione arbitraria dell’esercizio della sovranità dello Stato italiano sulla sovranità di Stato del Territorio Libero di Trieste nell’area che in forza del Trattato di pace di Parigi del 1947 e del Memorandum di Londra del 1954 è stata posta sotto amministrazione civile provvisoria affidata, nella forma del mandato fiduciario internazionale, al Governo italiano, il quale la esercita da allora a tale titolo.
Il Governo italiano amministratore fiduciario ha come tale il dovere di tenere l’amministrazione dello Stato sovrano amministrato separata in tutti i suoi aspetti da quella dello Stato italiano, e può estendere al primo leggi, strutture ed organi dello Stato italiano soltanto ai fini funzionali dell’amministrazione, per mezzo di provvedimenti appositi che legittimino ed adattino tali strutture leggi ed organi esclusivamente ai fini e limiti dell’amministrazione fiduciaria conferitagli.
Ne consegue che ogni forma di estensione diretta dell’ordinamento e della giurisdizione sovrana dello Stato italiano sui beni, sui cittadini e sulle funzioni di governo del Territorio Libero affidato in amministrazione fiduciaria del Governo italiano è arbitraria, priva di titolo giuridico, e costituisce violazione del diritto internazionale consuetudinario e degli obblighi internazionali cui la Costituzione italiana ai suoi artt. 10 e 117 vincola l’ordinamento italiano.
Nella fattispecie, viene perciò richiesta verifica di conformità e congruità dei titoli giuridici in forza dei quali la sede di giudizio adita esercita giurisdizione sul Territorio Libero di Trieste affidato in amministrazione fiduciaria internazionale al Governo italiano.
Ove infatti esso agisse privo di tali titoli, tutti i suoi atti risulterebbero viziati da nullità assoluta per difetto di giurisdizione ed anticostituzionalità, con danno gravissimo sia al bene pubblico che alle parti.
2.3. Le tesi sopra riassunte suscitano ovvie ostilità crescenti dell’establishment politico ed istituzionale italiano che non le condivide e ne sente minacciate le proprie posizioni di rendita e di potere.
3. Lo svolgimento del fatti
3.1. Ci si deve dolere che in tale situazione ambientale le sedi di giudizio italiane adite si siano sinora rifiutate di provvedere doverosamente alle verifiche di giurisdizione richieste ed ai relativi adempimenti di legge, assumendo invece in proprio, senza interpello del Governo italiano amministratore, l’iniziativa di respingere le eccezioni di giurisdizione con pronunce palesemente infondate, con scelta che appare perciò politica e non giuridica.
Si tratta infatti di pronunce eterogenee, prive di motivazione o con motivazioni inconferenti oppure fondate su travisamenti della lettera degli strumenti internazionali ed affastellamenti di tesi dottrinali, come tali non vincolanti, di notoria ispirazione politica e contrastanti sia tra loro, sia con le norme e le fonti di doverosa interpretazione autentica.
Ne sono casi esemplari tra i più sorprendenti la sentenza TAR-FVG n. 148/2013, e l’ordinanza collegiale n 1888/13 RG del Tribunale di Trieste (giudici dott. Giulia Spadaro, Raffaele Morway,  Monica Pacilio).
3.2. Peggio ancora, il solo giudice adito che, in sede penale, a fronte dell’eccezione di giurisdizione sollevata ha diligentemente disposto traduzione autentica del Memorandum di Londra per gli accertamenti necessari, dott. Paolo Vascotto, è stato impedito a svolgerli perché trasferito alla sezione civile, sostituendolo con altro magistrato non ancora insediato (dott. Pietro Leanza) all’udienza del 17.7.2013.
3.4. L’annuncio del rinvìo è stato affidato al giudice dott. Massimo Tomassini, che a fronte di un pubblico interessato accorso numeroso per la natura della vicenda l’ha fatto consapevolmente attendere con una sospensione d’udienza per circa un’ora, che appariva perciò provocatoria. Innervosendo così il pubblico, dal quale all’annuncio del rinvio sono provenuti alcuni commenti indignati ad alta voce. Il giudice ne ha allora ordinata l’identificazione, fotografandoli personalmente, e questo ha sollevato berevemente l’indignazione rumorosa degli altri presenti, che hanno poi abbandonato spontaneamente l’aula.
3.5, Su tale fatto il Presidente della Sezione penale dott. Filippo Gullotta che non risulta esservi stato presente, ha rilasciato immediatamente, e senza accertamenti né verifiche dei fatti in contraddittorio, violente dichiarazioni di censura e minaccia nei confronti del Movimento Trieste Libera e dei suoi aderenti e simpatizzanti al quotidiano ad essi ostile Il Piccolo.
Dando così luogo ad una violenta, prolungata ed inaudita aggressione minacciosa e disinformativa pubblica nei loro confronti, nella quale il quotidiano ha così potuto rappresentare falsamente ed amplificare oltre misura l’incidente iniziale.
3.6. In dette dichiarazioni, pubblicate il 19.7.2013 (allegato C) il dott. Gullotta chiedeva interventi punitivi della Procura (in realtà fuori competenza ex art. 11 c.p.p.), e di censura da parte dell’ANM, nonché dell’Ordine degli avvocati per sanzioni disciplinari al difensore del Movimento accusato.
La Procura è intervenuta con iniziative del PM e Procuratore f.f. dott. Federico Frezza, che in sinergìa con il quotidiano sono giunte sino alle minacce di schedatura degli associati e simpatizzanti del movimento, tramite sequestro di polizia degli elenchi, perdita del lavoro se statali, e delle pensioni se pensionati.
L’Ordine degli avvocati è rimasto inerte, mentre avrebbe dovuto censurare almeno le minacce al difensore.
3.7. La giunta distrettuale dell’ANM è invece intervenuta immediatamente sul quotidiano a conferma e rinforzo di tale clima ambientale già abnorme di minaccia e pressione politico-giudiziaria, facendo proprie anch’essa senza verifica obiettiva dei fatti, cioè pregiudizialmente e dunque per scelta politica, le censure minacciose del dott. Gullotta nei confronti del Movimento Trieste Libera e dei suoi aderenti e simpatizzanti.
La notizia è stata pubblicata (allegato A) con dichiarazioni virgolettate dal quotidiano il 20 luglio sotto il titolo “Veleni tra magistrati e Trieste Libera.
Le affermazioni dell’articolo si devono ritenere vere perché non risultano corrette né da smentite da dissociazioni o distinguo dell’ANM o di magistrati.
3.8. Rimane dunque provato che l’ANM distrettuale ha assunto in toto, attraverso dichiarazioni non contestate dei suoi dirigenti, posizioni pregiudizialmente e politicamente ostili al Movimento Trieste Libera ed ai suoi aderenti e simpatizzanti.
Il fatto assume rilevanza straordinaria, poiché la stessa ANM nazionale dichiara iscritti il 96.8 % dei magistrati italiani in servizio (8334 sul totale di 8608) e ne rispecchia tutti gli orientamenti politici attraverso quattro liste elettorali interne.
Si osserva inoltre, a margine, che la presa di posizione di natura pregiudiziale dell’ANM distrettuale ne contraddice anche gli scopi statutari che la impegnano a garantire sia l’aderenza di ruoli e funzioni della Magistratura italiana alla Costituzione ed alle esigenze dello Stato di diritto in un regime democratico, sia il conseguente prestigio e rispetto della funzione giudiziaria.
4. Incompatibilità ambientale conclamata
4.1. Dai fatti sopra documentati, esposti ed eccepiti emerge e consegue palese incompatibilità di tutti i magistrati iscritti alla sezione distrettuale di Trieste dell’ANM ai procedimenti che riguardino in qualsiasi modo ed a qualsiasi titolo il Movimento Trieste Libera, suoi aderenti e suoi simpatizzanti comunque individuabili come tali.
4.2. Sino a pubblicazione o comunque accessibilità degli elenchi asseverati dei magistrati iscritti alla sezione distrettuale, si può e deve presumere che essi rappresentino la qualsi totalità di quelli in servizio nel Distretto di Corte d’Appello di Trieste.
4.3. Ne consegue, a titolo di logica e necessaria cautela difensiva a tutela del giusto processo, incompatibilità di tutti gli Organi giudiziari del Distretto ai procedimenti che riguardino in qualsiasi modo ed a qualsiasi titolo il Movimento Trieste Libera, suoi aderenti e suoi simpatizzanti comunque individuabili come tali.
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Tutto ciò esposto, considerato ed eccepito si formula
richiesta di rimessione

ad altro distretto giudiziario dei procedimenti che riguardino l’organizzazione politica “Movimento Trieste Libera” e suoi aderenti o simpatizzanti comunque individuabili come tali, per incompatibilità ambientale conclamata ed autodichiarata dei magistrati del Distretto di Corte d’Appello di Trieste appartenenti all’Associazione Nazionale Magistrati, che dichiara di rappresentare quali suoi associati il 96,8 % dei magistrati italiani in servizio;

con attribuzione di tutte le maggiori spese difensive conseguenti posta a carico diretto dello Stato quale datore di lavoro dei predetti magistrati che hanno attivamente o passivamente determinato la necessità di rimessione.

Trieste, 25 settembre 2013

Roberto Giurastante

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