Trieste Libera

ATTO DI ACCUSA

ATTO DI ACCUSA

11 SETTEMBRE 2013: INIZIANO LE RICUSAZIONI DEI GIUDICI DELL’ANM

ATTO DI ACCUSA

Nell’udienza di ieri ho ricusato il giudice Monica Pacilio nella causa intentata per impugnare la richiesta di pagamento di sanzioni decise dall’autorità giudiziaria nei miei confronti per avere sollevato la questione della carenza di giurisdizione della Repubblica Italiana nel Territorio Libero di Trieste.

Le sanzioni si riferiscono alla mia prima opposizione avvenuta il 14 dicembre del 2011 e da cui si era poi avviata la campagna pubblica per il riconoscimento dei diritti dei cittadini del Territorio Libero, da decenni sottoposti ad una opprimente simulazione di sovranità in violazione del Memorandum di Londra del 1954 che stabilisce invece un regime di amministrazione civile provvisoria affidato al Governo (non allo Stato) italiano.

Per questa mia legittima azione di esercizio dei miei diritti di cittadino libero di uno Stato libero sono stato condannato ad una sanzione complessiva di 2.500 euro. Di cui la Corte di appello di Trieste mi ha rapidamente richiesto il pagamento.

Mi sono opposto quindi anche a tale illegittima richiesta impugnandone l’atto e dichiarando la stessa inesistenza giuridica di una Corte d’Appello italiana a Trieste (quella che esiste è un organo del Territorio Libero). Nel procedimento civile ho citato il Governo italiano, tramite il proprio Ministro di Giustizia, quale amministratore civile provvisorio del Territorio Libero.

Ieri, appunto, l’udienza. Un’udienza strana, blindata: secondo le nuove regole stabilite dalle autorità italiane per i cittadini del Territorio Libero. I giudici italiani non gradiscono infatti che i triestini reclamino i loro diritti appellandosi al Trattato di Pace in vigore e alla legalità. Anzi, ogni legittimo sussulto di legalità deve essere represso. E via quindi alle udienze blindate.

Questa introduzione era necessaria per rendersi conto dell’atmosfera pesante che aleggia nel palazzo di giustizia di Trieste. Quando a presentarsi, per chiedere la giustizia negata,  sono i cittadini invisibili, quelli del Territorio Libero che per la politica italiana “non esistono”.

Ed ora la cronaca. Primo impatto negativo. Arrivo in tribunale alle 8.50, piano terra corridoio a sinistra. È un deserto: che abbiano paura di noi? Due agenti della DIGOS sono già in attesa davanti alla stanza del giudice. Il mio avvocato è un poco più in là. Parlo con lui. Pur essendo abituato ai processi politici trova decisamente anomala la situazione. Dopo poco ecco i carabinieri, prima un sottufficiale poi un ufficiale: manco fossi un boss mafioso da tenere accuratamente sotto controllo.

Ecco che ora arrivano i nostri avversari, l’avv. dello Stato Marco Meloni, e per Equitalia l’avv. Isabella Passeri. È davvero una notizia! Lo Stato Italiano si costituisce nel processo rinnegando la validità del Memorandum di Londra!

L’inossidabile cronista del Piccolo (che ovviamente non poteva mancare…) ne approfitta… Ci stanno aggredendo da tempo con una campagna disinformativa passandoci all’opinione pubblica come “pazzi”, “visionari”, “sovversivi”, “evasori fiscali”. E chi più ne ha più ne metta.

Notizie false a go go con la certificazione DOC di una giustizia che veleggia verso il 100° posto a livello mondiale, più o meno come l’informazione: almeno in questo l’Italia delle corruttele è decisamente coerente.

Il giornalista del Piccolo è come un furetto sulla preda: non molla. Il fin troppo disponibile avvocato dello Stato non ha peraltro difficoltà a cedere: addirittura gli consegna la propria memoria di parte…

Ore 9.05 inizia l’udienza. Due giorni prima, a norma di codice italiano, ho depositato l’atto di ricusazione del giudice per inimicizia. Motivo? Il giudice Pacilio si è già pronunciata sulla medesima eccezione di difetto di giurisdizione con ordinanza collegiale in altro procedimento rigettandolo.

Ma si tratta di una pronuncia abnorme in quanto riferita a fonti dottrinali d’ispirazione politica, contrastante con le fonti d’interpretazione autentica dei Trattati e determinante perciò violazione dei vincoli costituzionali dell’ordinamento italiano alle nome consuetudinarie (art. 10 Cost.) ed agli obblighi (art. 117 Cost., Convenzione di Vienna sul diritto dei Trattati) del diritto internazionale.

Inoltre a seguito di intervento dell’ANM (Associazione Nazionale Magistrati) espresso a nome dei suoi associati sulla questione oggetto della causa contro l’organizzazione politica “Trieste Libera”, si è determinata una incompatibilità ambientale di tutti i magistrati iscritti. I nomi degli iscritti all’ANM non sono noti, ma l’ANM stessa dichiara di rappresentare il 96,8% dei magistrati italiani.

Ad un mese e mezzo di distanza dal fatto, la notizia del quotidiano non risulta essere stata smentita e nessun organo, o dirigente, o singolo associato all’ANM risulta avere formulato dissociazione o distinguo dalla posizione ostile espressa dalla giunta dell’Associazione nei confronti del Movimento Trieste Libera, dei suoi aderenti e dei suoi simpatizzanti.

Il giudice dovrebbe naturalmente dichiarare la sospensione della causa trasmettendo gli atti al presidente del tribunale, che a sua volta dovrebbe nominare un collegio per la valutazione della ricusazione. Invece si riserva lei stessa di decidere che fare. Possibile? Nemmeno da chiederselo… l’interpretazione delle leggi è una delle principali doti dei magistrati italiani. Giustizia “discrezionale” ai massimi livelli e certezza del diritto inesistente: ecco il segreto delle inarrivabili performance all’incontrario delle toghe italiane.

Ma non finisce qui. È ora il turno dell’avvocato dello Stato. Il mio legale chiede di potere esaminare la comparsa dello Stato italiano, ma nel fascicolo non c’è. Per la verità non si trova nemmeno la costituzione. Mistero. Ma ecco che il distratto rappresentante governativo (ma rappresenta lo Stato = Repubblica Italiana, quindi Stato terzo, oppure il Governo = Presidenza Consiglio, quindi amministratore civile provvisorio? boh…) si ricorda di avere lasciato la comparsa al giornalista de Il Piccolo che staziona in agguato davanti alla stanza del giudice. Esce e recupera il corpo del reato sotto il condiscendente sguardo del giudice: tutto fuorilegge, quindi tutto nella norma secondo lo standard italiano.

Se un simile episodio dovesse verificarsi (ma appunto non sarebbe possibile) in un Paese anglosassone l’avvocato verrebbe estromesso dalla causa e sanzionato disciplinarmente: non è ammissibile che gli atti riservati di una causa vengano addirittura forniti ad estranei e men che meno ai giornalisti per la loro pubblicazione. Ma, appunto, questo capita solo nei Paesi civili.

Finalmente recuperata la comparsa dello Stato la possiamo leggere. Ma forse sarebbe meglio di no. L’atto di quattro pagine “tirate” è una pura presa in giro dileggiatoria nei confronti del ricorrente. Io ho presentato un ricorso dimostrando lo status giuridico di Trieste e allegandovi quali atti fondamentali il Trattato di Pace in vigore, il Memorandum di Londra del 1954 nella versione originale inglese, e le leggi italiane che hanno recepito tali trattati internazionali.

Lo Stato italiano replica tramite il suo avvocato risolvendo tutto in una riga: “Nel merito le tesi esposte sono tanto stravaganti quanto infondate”. Le prove dell’infondatezza del mio ricorso non vengono però prodotte essendo per loro sufficiente sostituirle con un’altra riga: “Sotto il profilo storico giuridico, si rimanda a quanto scritto in decenni non sospetti dai migliori internazionalisti”. Tutto qui.

Per il resto solite battutacce ironiche che poi il quotidiano Il Piccolo amplificherà nell’azione denigratoria in corso. Marco Meloni, degno rappresentante della Repubblica Italiana, definisce il Territorio Libero come Topolinia…

Si chiude l’udienza con riserva del giudice e usciamo in un corridoio ancora più affollato di poliziotti e carabinieri. Adesso saranno una decina (sembrano esserci anche uomini dei servizi, quelli “imboscati” in tribunale). Vengo subito ripreso dal fotografo de Il Piccolo (ma non serve l’autorizzazione del Presidente del Tribunale per fare foto all’interno del palazzo di giustizia?).

L’avvocato dello Stato e quello di Equitalia vengono subito catturati dal giornalista del Piccolo. Si trovano nel loro ambiente naturale, protetti dal “sistema”. Non devono fare altro che affermare le loro falsità: verranno pubblicate come vere.

Lascio i “gongolanti” signori del sistema italico a festeggiare la loro effimera vittoria e vado in cancelleria a depositare l’atto di ricusazione degli organi giudiziari del Distretto della Corte d’Appello di Trieste nei procedimenti che riguardano l’organizzazione politica “Movimento Trieste Libera” ed i suoi aderenti e simpatizzanti.

Inizia una nuova fase della battaglia per il Territorio Libero di Trieste.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.