Trieste, 28 marzo 2013 – Oggi il Movimento Trieste Libera ha partecipato al presidio indetto dall’organizzazione ambientalista Greenaction Transnational in Piazza dell’Unità o Piazza Grande per dire basta ai rifiuti trasportati dall’Italia per essere bruciati nell’inceneritore di Trieste.
Da inchieste di Roberto Giurastante, Presidente di Greenaction Transnational, risulta esserci un vero e proprio traffico incessante di rifiuti dall’Italia, in particolare Veneto e Campania. Rifiuti che vengono bruciati a Trieste e spesso transitano per il Porto Franco internazionale di Trieste, ente di Stato del Territorio Libero di Trieste (Trattato di Pace, allegato VIII, art. 2).
Non solo: la società che gestisce l’impianto di Via Errera, l’ACEGAS-APS viene anche pagata con soldi pubblici per smaltire questi rifiuti scomodi, avvelenando i cittadini. Si tratta di un costo enorme per l’ambiente e per la salute delle persone, costrette a respirar metalli pesanti (Nichel, Berillio, Cromo, Cadmio e Arsenico) ma anche i prodotti della combustione di sostanze chimiche sintetiche.
Il materiale particolato (MP) è una miscela di particelle organiche ed inorganiche che aumenta il rischio di morte respiratoria nei bambini di età inferiore a un anno, danneggiando lo sviluppo della funzionalità polmonare e causando loro patologie respiratorie, in particolare ai bronchi.
L’inceneritore di Trieste ha inoltre scarsi controlli sulle emissioni di diossine, che essendo inquinanti persistenti che si bioaccumulano nei terreni diventano parte sia delle matrici ambientali che della catena alimentare fino a 20 Km di distanza. Quindi anche nella vicina Slovenia.
Trieste dice no ai rifiuti della mafia.