Trieste Libera

Trieste Libera a Bruxelles

Aggiornamento: la lista aggiornata delle azioni di Trieste Libera è pubblicata QUI

Trieste Libera

14 giugno 2012. – Dalla sua fondazione lo scorso anno, il Movimento Trieste Libera sta rivendicando il pieno rispetto per i diritti e le leggi vigenti (in primis il Trattato di Pace con l’Italia del 10 febbraio 1947) e per ottenere questo obiettivo ha avviato le seguenti azioni:

  1. portare la Questione di Trieste all’Europarlamento di Bruxelles;
  2. Sottoporre al Parlamento Europeo la questione della riscossione di tasse gravate dal debito pubblico italiano, in piena violazione dell’Allegato X del Trattato di Pace;
  3. L’avvio di una petizione per il diritto di cittadinanza del Territorio Libero;

Le tre azioni sono ora valutate da apposite commissioni del Parlamento Europeo, garante del rispetto dei trattati internazionali sull’area U.E. quindi anche del Trattato di Pace di Parigi de 1947, ma abbiamo fatto richiesta che tutti gli atti siano trasmessi al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il garante internazionale del TLT.

Il Parlamento Europeo, prima di istituire una Commissione, valuta sempre la fondatezza delle petizioni; in caso di scarsa consistenza motivazionale la questione viene archiviata, ma le questioni da noi denunciate inerenti il Territorio Libero sono state accolte.

Solo per ricordare le azioni più importanti…

Un simile lavoro a livello internazionale ha ovviamente messo in moto sciami di personaggi che tentano di cavalcare l’onda per interessi personali, ma bisogna ricordare che è il Movimento Trieste Libera ad aver ottenuto questi risultati.

Sono state le denunce internazionali e le manifestazioni pubbliche del Movimento Trieste Libera, insieme alle inchieste del giornale indipendente La Voce di Trieste, ad impedir fino ad ora la devastazione del Porto Franco Nord da parte della cordata Maltauro/Rizzani de Eccher/Portocittà e dei loro compagni di (grasse) merende della giunta comunale triestina.

Siamo anche debitori a Greenaction Transnational per la forte e crescente opposizione ai terminal di rigassificazione di Gas Natural, che oltre ad essere pericolosi potrebbero paralizzare l’intero Porto Franco internazionale di Trieste.

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