Il rispetto per l’avversario anche nelle fasi più drammatiche della vita è simbolo di civiltà. Eccone una delle tante storie non raccontate della Grande Guerra.

Il rispetto per l’avversario anche nelle fasi più drammatiche della vita è simbolo di civiltà. Eccone una delle tante storie non raccontate della Grande Guerra.
3.11.2013: Civiltà Mitteleuropea organizza la consueta commemorazione dei caduti di Trieste e dei popoli fratelli organizzata al cimitero militare di Prosek.
1915, Zagora. Il maggiore Natiesta affida ora alla 14ª guidata dal Tenente Emil Fey il compito di continuare l’attacco con un colpo di mano notturno…
L’italianizzazione forzata di Trieste ha lasciato molte cicatrici e ferite tuttora scoperte: ne è un esempio anche la gestione delle grotte.
L’ultima battaglia degli indomiti montanari carinziani vittoriosi sul S. Michele, sulle Alpi Giulie, a Caporetto e nelle battaglie sul Grappa.
11 novembre 2012: commemorazione dei caduti e combattenti triestini e dei popoli fratelli nella difesa di Trieste durante la Prima Guerra mondiale.
31 ottobre 1917: dopo aver vinto a Caporetto, gli austriaci devono passare il Tagliamento. Emil Redl ed il IV Reggimento Bosniaco raggiungono l’ultimo ponte.
27 agosto 1917, margine orientale dell’altopiano della Bainsizza: la 4ᵃ del IV° Battaglione Jäger Bosniaco difende dall’assalto italiano la quota 830.
La storia del IVº battaglione del 61º Reggimento, formato da rumeni, magiari e serbi e comandato dall’ungherese Peter Roósz sul fronte dell’Isonzo.
Dai cognomi italianizzati, alle tradizioni eliminate, alla storia mistificata, così si è garantita la colonizzazione di questa città stato.