Trieste Libera

Movimento Trieste Libera: trascrizione in italiano della conferenza stampa di Vienna, 9 Settembre 2014

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Vienna, 9 settembre 2014: conferenza stampa sul Porto Franco internazionale di Trieste.

Vienna, 9 settembre 2014: conferenza stampa sul Porto Franco internazionale di Trieste.

Signore e signori, benvenuti alla conferenza stampa del Movimento Trieste Libera – Bewegung Freies Triest a Vienna Wien su Territorio Libero e Porto Franco di Trieste, Austria e Comunità internazionale, in questa sala dello storico Café Griensteidel dedicata a Karl Kraus.

Il mio nome è Paolo G. Parovel, sono giornalista, scrittore ed analista politico, e sono qui come portavoce del Movimento Trieste Libera, del quale dirigo la stampa.

Il Movimento Trieste Libera – Bewegung Freies Triest non è un’organizzazione separatista o nazionalista che destabilizza gli equilibri internazionali, e non ha rivendicazioni territoriali.

Trieste Libera è la principale organizzazione politica dei cittadini del Territorio Libero di Trieste, che è formato dalla città e dal Porto Franco internazionale di Trieste con cinque Comuni minori, esiste dal 1947 quale stato sovrano e membro di diritto delle Nazioni Unite sotto garanzia del Consiglio di Sicurezza, ed è affidato provvisoriamente ad un’amministrazione fiduciaria speciale.

L'attuale Territorio Libero di Trieste (dal 1992).

L’attuale Territorio Libero di Trieste (dal 1992).

L’amministrazione fiduciaria è affidata dal 1954 al Governo italiano, che esercita il ruolo di governo provvisorio del Territorio Libero di Trieste in conflitto di interessi con il proprio ruolo di Governo permanente dello Stato italiano.

Il Governo italiano soffoca perciò l’economia dello Stato e del Porto Franco di Trieste per favorire l’economia ed i porti dello Stato italiano. Ed in questo modo danneggia non solo Trieste, ma anche l’intera Comunità internazionale, che ha diritti speciali sul Porto Franco.

Lo sviluppo del Porto Franco internazionale di Trieste è inoltre fondamentale per la stabilizzazione economica delle aree deboli del Sud-Est Europa.

Il Movimento Trieste Libera chiede perciò che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e tutti gli Stati interessati invitino il Governo italiano a rispettare il mandato fiduciario, e che in caso contrario il mandato venga affidato ad un’Authority delle Nazioni Unite od al Governo di uno Stato che non abbia conflitti di interesse col Territorio Libero di Trieste.

Ad esempio l’Austria, che ha creato Trieste ed il suo Porto Franco in mezzo millennio di storia comune, o la Svizzera neutrale che ha diritti importanti sul Porto Franco di Trieste, od il Regno Unito e gli Stati Uniti che hanno già bene amministrato Trieste dal 1947 al 1954.

Noi offriamo all’Austria, agli altri Paesi della Mitteleuropa ed a tutta la Comunità internazionale la riattivazione dei loro diritti economici di traffico marittimo, commercio, industria, servizi bancari e assicurativi nel Porto Franco di Trieste, che ha l’unico regime di zona franca marittima internazionale fra l’Europa centro-orientale, il Mediterraneo e le rotte di Suez e di Gibilterra.

Rotte commerciali da e per il Porto Franco internazionale di Trieste.

Rotte commerciali da e per il Porto Franco internazionale di Trieste.

In cambio chiediamo soltanto l’attenzione politico-diplomatica e di stampa che è necessaria per garantire l’indipendenza e i diritti economici del Territorio Libero e Porto Franco di Trieste, nell’interesse di tutti.

Molti osservatori internazionali chiedono da tempo per quali problemi tecnici il Porto Franco internazionale di Trieste è sottoutilizzato mentre nel resto del mondo i porti franchi e le zone franche sono in continuo sviluppo.

Ma non vi sono problemi tecnici. C’è solo un inganno politico-diplomatico: il Governo italiano amministratore tratta illegalmente il Territorio Libero di Trieste come se fosse sotto la sovranità dello Stato italiano, che in questo modo lo soffoca con pesanti tasse non dovute e non applica le norme internazionali sul Porto Franco.

Con questo inganno il Governo amministratore e lo Stato italiano tolgono agli Stati dell’entroterra mitteleuropeo e della Comunità internazionale i loro diritti sul Porto Franco di Trieste: il diritto di usare il porto franco per le loro navi, le loro merci, le loro industrie e le loro banche; il diritto di controllare direttamente la sua amministrazione; il diritto di immatricolare nel Territorio Libero di Trieste le navi sotto propria bandiera.

Gli Stati che hanno il diritto immatricolare le proprie navi nel Territorio Libero di Trieste sono la Svizzera, l’Austria, l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia.

Gli Stati che hanno diritto di controllare direttamente l’amministrazione del Porto Franco internazionale di Trieste sono la Francia, il Regno Unito, gli Stati Uniti d’America, la Russia ed altri Stati successori dell’URSS, la Slovenia ed altri Stati successori della Jugoslavia, l’Italia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Polonia, la Svizzera, l’Austria e l’Ungheria.

Tutti gli Stati del mondo, incluse la Cina, l’India, la Corea del Sud, il Brasile ed il Sudafrica hanno diritto ad usare liberamente e senza discriminazione le strutture ed il regime di zona franca del Porto Franco internazionale di Trieste.

Nei decenni passati la Comunità internazionale ha lasciato in sospeso il problema degli abusi del Governo amministratore italiano sul Territorio Libero e Porto Franco di Trieste per non disturbare gli equilibri strategici della guerra fredda, e poi i problemi di stabilizzazione dell’ex Jugoslavia.

Ma quelle fasi politiche sono ormai cessare da tempo, e sono state sostituite dalle nuove necessità di stabilizzazione economica del Sud-est Europa nelle quali lo sviluppo del Territorio Libero e Porto Franco di Trieste ha un ruolo molto importante.

Anche il problema dell’ex “Zona B” del Territorio Libero di Trieste affidata all’amministrazione del Governo dell’ex Jugoslavia è stato risolto dal 1991-92 con il riconoscimento internazionale della sovranità delle nuove Repubbliche indipendenti di Slovenia e di Croazia.

Il Territorio Libero di Trieste, non ha perciò rivendicazioni territoriali verso la Slovenia e la Croazia, ed ha forti interessi di collaborazione fra il Freihafen Triest, il porto sloveno di Koper ed il porto croato di Rijeka.

Visuale aerea del Porto Franco internazionale di Trieste: a sinistra il Porto Franco Nord, in primo piano il settore Sud.

Visuale aerea del Porto Franco internazionale di Trieste: a sinistra il Porto Franco Nord, in primo piano il settore Sud.

Dovrebbe essere perciò evidente a tutti gli Stati che hanno diritti sul Porto Franco di Trieste ed all’intera Comunità internazionale che gli abusi del Governo amministratore italiano e dello Stato italiano sul Territorio Libero e Porto Franco di Trieste devono cessare perché non hanno più nessuna giustificazione politico-strategica.

Lo status giuridico del Territorio Libero e Porto Franco di Trieste è quello definito dal Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947 fra le Potenze Alleate e l’Italia, e da uno strumento esecutivo aggiunto, il Memorandum d’Intesa di Londra del 5 ottobre 1954, che ha convertito l’amministrazione fiduciaria militare in amministrazione fiduciaria civile.

Ambedue gli strumenti, Trattato e Memorandum, che sono in vigore nell’ordinamento internazionale (e nello stesso ordinamento italiano) riconoscono il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite quale garante diretto del Territorio Libero di Trieste e del suo Porto Franco internazionale.

Il ripristino della legalità sul Territorio Libero e Porto Franco di Trieste può essere perciò chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite da tre categorie di soggetti internazionali: ciascuno Stato membro delle Nazioni Unite, la popolazione sovrana del Territorio Libero di Trieste ed i suoi cittadini.

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Il 18 giugno 2013 il Movimento Trieste Libera, che rappresenta un numero rilevante di cittadini del Territorio Libero, ha notificato al Governo italiano amministratore, alle autorità dello Stato italiano, al Consiglio di Sicurezza e ad altri organi delle Nazioni Unite un primo “ATTO DI RECLAMO E MESSA IN MORA”, dopo il quale ha inviato al Consiglio di Sicurezza altre comunicazioni ed una prima raccolta di 15.000 firme.

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Il Governo italiano non ha argomenti giuridici validi per rispondere, e non sembra comprendere che è anche nell’interesse delle imprese italiane ripristinare l’amministrazione fiduciaria corretta del Territorio Libero e Porto Franco di Trieste come fonte internazionale di ricchezza.

Ieri, 8 settembre 2014, il Movimento Trieste Libera ha notificato perciò al Governo italiano, e trasmette ora al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, un “ATTO DI DIFFIDA” che chiede l’applicazione immediata delle norme internazionali e dei diritti di tutti gli altri Stati sul Porto Franco internazionale di Trieste da parte del Governo italiano, o di un nuovo amministratore fiduciario.

Con questa conferenza stampa a Vienna il Movimento Trieste Libera consegna direttamente e via mail alla stampa austriaca, ai corrispondenti della stampa internazionale ed alle ambasciate degli Stati interessati ambedue i documenti, l“Atto di diffida” e l’ “Atto di reclamo” che chiariscono completamente la situazione del Territorio Libero e Porto Franco di Trieste.

Abbiamo scelto Vienna per motivi storici, pratici e strategici. Il motivo storico è che per Trieste Vienna è rimasta la capitale storica e morale dal 1382 ed anche dopo il 1918.

Il motivo pratico è che Vienna rimane al centro degli assi di traffico Baltico-Adriatico e transiberiano, che hanno come terminale mediterraneo naturale i tre porti dell’Adriatico nord-orientale, Trieste, Koper e Rijeka.

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Il motivo strategico è che il Governo e lo Stato italiano stanno tentando di dirottare quegli assi di traffico da Trieste, Koper e Rijeka sull’intero sistema dei porti della penisola italiana.

Questo dirottamento deve essere impedito perché danneggerebbe gravemente la stabilizzazione economica, e quindi anche politica, del Sud Est Europa, e rinforzerebbe tutte le attività illegali della criminalità organizzata internazionale nei porti italiani.

È un pericolo strategico che deve essere perciò compreso subito da Washington, da Bruxelles e dalle Nazioni Unite, ma anche ed anzitutto dall’Austria, dalla Slovenia, dalla Croazia e dall’Ungheria.

A questo punto Karl Kraus avrebbe detto che non c’è altro da aggiungere, se non vi sembra abbastanza. Trieste vi ringrazia per l’attenzione, e noi siamo pronti a rispondere a tutte le vostre domande.

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La conferenza stampa è disponibile anche in inglese ed in tedesco.