L’italianizzazione forzata di Trieste ha lasciato molte cicatrici e ferite tuttora scoperte: ne è un esempio anche la gestione delle grotte.

L’italianizzazione forzata di Trieste ha lasciato molte cicatrici e ferite tuttora scoperte: ne è un esempio anche la gestione delle grotte.
Una legge razzista italiana contro gli slavi è rimasta in vigore dal 24 dicembre 1955 fino al 2008, quando è stata finalmente abrogata.
L’ultima battaglia degli indomiti montanari carinziani vittoriosi sul S. Michele, sulle Alpi Giulie, a Caporetto e nelle battaglie sul Grappa.
Metamorfosi etniche è il libro di Piero Purini che racconta una pagina poco nota della storia di Trieste. Su “La Voce di Trieste” c’è un’ampia recensione.
11 novembre 2012: commemorazione dei caduti e combattenti triestini e dei popoli fratelli nella difesa di Trieste durante la Prima Guerra mondiale.
29 ottobre 1954: il Commissario del Governo Palamara conferma che “le leggi, i regolamenti e gli ordini” del Territorio Libero di Trieste rimangono in vigore.
31 ottobre 1917: dopo aver vinto a Caporetto, gli austriaci devono passare il Tagliamento. Emil Redl ed il IV Reggimento Bosniaco raggiungono l’ultimo ponte.
27 agosto 1917, margine orientale dell’altopiano della Bainsizza: la 4ᵃ del IV° Battaglione Jäger Bosniaco difende dall’assalto italiano la quota 830.
La storia del IVº battaglione del 61º Reggimento, formato da rumeni, magiari e serbi e comandato dall’ungherese Peter Roósz sul fronte dell’Isonzo.
Dai cognomi italianizzati, alle tradizioni eliminate, alla storia mistificata, così si è garantita la colonizzazione di questa città stato.