CHI STA PAGANDO PER UN INQUINAMENTO DI STATO
IL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE TRA ARMI CHIMICHE E RIFIUTI INDUSTRIALI ITALIANI
C’è una questione serissima che riguarda l’inquinamento ambientale, o meglio l’avvelenamento, del Territorio Libero di Trieste, che è stata sepolta con i tanti rifiuti scaricati in questo piccolo lembo di terra da amministratori criminali.
Si tratta di un argomento top-secret perché riguarda un vero atto di guerra commesso dalle autorità italiane sotto la copertura del Governo amministratore civile provvisorio: l’utilizzo del Territorio Libero di Trieste, compreso il suo Porto Franco internazionale, come area per lo stoccaggio e lo smaltimento di una parte dell’ingente arsenale di guerra chimico-biologico italiano eredità di due guerre Mondiali, ne ho parlato anche in questo post: LINK
Lo stoccaggio dei fusti contenenti gli agenti chimici-batteriologici poteva avvenire solo in aree con le massime condizioni di sicurezza, ovvero al di fuori del possibile controllo delle autorità locali. Tipicamente queste condizioni si potevano trovare solo all’interno del Porto Franco di Trieste e nelle zone sotto diretto controllo militare (create anche all’interno del Porto Internazionale anche abusando del ruolo dell’Italia nella NATO).
Il trasporto dei fusti doveva avvenire prevalentemente via mare sfruttando il Porto di Trieste quale base logistica anche per questo tipo di traffici. Dal Porto Franco una parte di questo materiale “scottante” veniva poi redistribuito sul territorio: in depositi militari (vedi, tra questi, le cisterne interrate realizzate nelle colline di Montedoro) i fusti da stoccare, direttamente nelle discariche quelli da fare sparire per sempre.
E a questo dovevano servire le enormi discariche realizzate dall’Italia nell’attuale Territorio Libero di Trieste, dal Carso al mare. Discariche nelle viscere del Carso con centinaia di grotte “immolate” per ragioni di Stato, discariche a mare e nel Golfo di Trieste, discariche ovunque: tutte accuratamente nascoste, o meglio dire “mimetizzate”.
Perché sopra a questi luoghi di morte le amministrazioni locali colluse hanno provveduto ad autorizzare zone industriali, centri commerciali, aree balneari. Esponendo così ancora più direttamente la popolazione all’azione degli inquinanti e degli altri agenti letali scaricati nell’ambiente LINK.
Mentre le discariche sottomarine, fatte anche di armi chimiche, hanno contribuito a devastare l’ecosistema del Golfo di Trieste, estendendone le conseguenze ai Paesi confinanti e vicini (Slovenia e Croazia) LINK).
Conseguenze che significano malattie degenerative che sempre più si abbattono su persone indifese come nel paese di Trebiciano – Trebče LINK. L’aumento dell’incidenza dei tumori a Trieste si spiega anche in questo modo: esposizione della popolazione ad agenti inquinanti spesso letali e di cui ancora si sa molto poco.
Ma l’accertamento di questo pericoloso inquinamento non è facile, perché le autorità italiane che ne sono responsabili, e che controllano l’amministrazione del Territorio Libero di Trieste, non hanno alcun interesse a far emergere una verità decisamente scottante.
Ecco così che in una Trieste devastata da questo disastro ambientale tutti i pubblici amministratori, ossequiosi agli ordini “superiori” di chi questo crimine di Stato lo ha autorizzato, evitano di affrontare in qualsiasi modo una questione ambientale che significa anche la resa dei conti per le istituzioni italiane nel Territorio Libero di Trieste.
Tratto dal blog “Ambiente e Legalità”di Roberto Giurastante
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Mortalità per provincia (morti x 1000 abitanti): Trieste ai vertici per numero di decessi. Forte l’incidenza dei tumori e le patologie respiratorie.