Trieste Libera

QUATTRO MESI AL CONFINE DEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE

QUATTRO MESI AL CONFINE DEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE

Articolo del 13 giugno 2016.

Attivisti di Trieste Libera durante un presidio sul confine del Territorio Libero di Trieste con l'Italia.

Domenica 12 giugno nuovo presidio al confine del Territorio Libero di Trieste.

Abbiamo iniziato il 10 febbraio [2016] con la richiesta formale presentata da Trieste Libera al Commissario di Governo per il ripristino della segnaletica stradale indicante il confine di Stato tra il Territorio Libero di Trieste e i Paesi vicini (Italia e Slovenia).

Quattro mesi intensi e passati velocemente. Centinaia di triestini hanno presidiato il confine con la Repubblica italiana, e non solo.

Per la prima volta dopo 62 anni (ovvero da quando il Governo Militare Alleato lasciò il Territorio Libero di Trieste nel 1954) il confine è stato ritracciato dai volontari di Trieste Libera che ne hanno segnato, sul versante settentrionale, i principali punti trigonometrici recuperando anche alcuni cippi di particolare importanza. Ad esempio quello dei Tre Confini, dove si incontrano Italia, Slovenia e Territorio Libero di Trieste.

Come cittadini del Territorio Libero di Trieste abbiamo preso coscienza dei nostri diritti e stiamo ora difendendo il nostro Stato, con le armi pacifiche del Diritto.

E la nostra presenza al confine di Stato è la dimostrazione della nostra ferma volontà di non essere disposti a cedere. Quel confine è la nostra libertà: è la conferma del Territorio Libero di Trieste quale Stato libero ed indipendente.

In questi quattro mesi abbiamo avuto varie azioni di disturbo per farci desistere a mettere i nostri cartelli che indicano l’esistenza del confine di Stato.

Due volte la polizia è intervenuta per rimuovere i nostri cartelli e sempre con pretesti, non potendo contestare ufficialmente il Territorio Libero di Trieste e le norme di legge che lo riconoscono.

Che è quello che viene esattamente riportato nella nostra segnaletica, sostitutiva di quella che obbligatoriamente dovrebbe essere predisposta dal Commissario di Governo italiano in carica.

Le nostre bandiere di Stato issate ai due valichi principali sono state invece rimosse da ignoti che hanno abbattuto le aste e distrutto i supporti.

Ma ad ogni successivo presidio i cittadini del Territorio Libero di Trieste hanno sempre rimesso gli stessi cartelli e ripristinato le bandiere sottratte, senza cedere alle intimidazioni.

E che le bandiere del Territorio Libero di Trieste diano tanto fastidio ai nazionalisti italiani, lo si è visto anche all’ultimo presidio del 12 giugno, quando due provocatori in camicia nera, e sotto gli occhi della polizia presente in forze, hanno cercato di strappare una delle bandiere alabardate del Territorio Libero sistemata sulla linea di confine.

Il “raid” dei pasticcioni nazionalisti è stato respinto dalla ferma reazione dei volontari di Trieste Libera e le due “camice nere” sono state poi allontanate dalla polizia italiana.

La battaglia della legalità ai confini del Territorio Libero di Trieste continua.

Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante

I due nazionalisti dell'estrema destra italiana in camicia nera mentre vengono allontanati dalla polizia dal presidio al confine del Movimento Trieste Libera dopo che avevano tentato di sottrarre, senza riuscirci per l'immediata reazione degli attivisti di MTL, la bandiera di Stato del Territorio Libero di Trieste.

I due nazionalisti dell’estrema destra italiana in camicia nera mentre vengono allontanati dalla polizia dal presidio al confine del Movimento Trieste Libera. Avevano tentato di sottrarre, senza riuscirci per l’immediata reazione degli attivisti di MTL, la bandiera di Stato del Territorio Libero di Trieste.

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