Trieste Libera risponde agli imitatori di via Roma sulla battaglia tavolare per il Porto Franco Nord
Articolo del 24 aprile 2015.
Gli imitatori del Movimento Trieste Libera che hanno sede in via Roma [poi Crispi] non perdono occasione per attaccarlo da sciacalli appoggiando gli interessi italiani pur di ottenerne poltrone alle prossime elezioni. Ma ogni volta non fanno che dimostrare la propria ignoranza e faziosità.
Ora attaccano persino la nostra battaglia per il salvataggio del Porto Franco Nord con l’intavolazione al “Demanio di Stato del Territorio Libero di Trieste – Porto Franco internazionale di Trieste” in base alle norme del Trattato di Pace di Parigi.
Loro si schierano infatti dalla parte del giudice italiano, che non potendo contestare il Trattato ha rigettato le due prime domande con motivazioni formali infondate, ed accusano noi di aver sbagliato procedura per non avere, dicono loro, azionato separatamente il completamento del libro fondiario da parte dell’organo apposito.
E così dimostrano due volte la loro ignoranza. Perché la domanda di completamento avrebbe dovuto presentarla d’ufficio il giudice tavolare in base ai nostri atti, che includevano tale richiesta. E perché noi, immaginando che il giudice italiano non l’avrebbe fatto, l’avevamo già presentata separatamente. Motivo per cui la procedura è in corso ed include anche l’intavolazione richiesta.
Trieste Libera ha inoltre detto subito che questa battaglia sarebbe stata tutta da combattere. E si avvarrà anche delle procedure speciali di contenzioso sul Porto Franco, che non prevedono il ricorso ai tribunali ma sono quelle stabilite e normate dall’art. 24 dell’Allegato VIII del Trattato di Pace.
Era evidente da molto che gli imitatori con sede in via Roma invece di combattere o almeno aiutare chi combatte con le armi della legalità preferiscono attaccarli sciacallando sui simboli e sul nome del Territorio Libero e sulla credulità popolare. Ma siccome costoro anche se disturbano e diffamano in rete sono pochi ed inetti, noi impegnati in prima linea non abbiamo perso più tempo nemmeno a smentirli.
Adesso però i loro tentativi di sabotaggio vanno oltre ogni limite di decenza verso Trieste, verso il Movimento Trieste Libera e verso i cittadini. Occorre perciò cominciare a dire chiaro chi sono veramente costoro e cosa stanno facendo.
Gli imitatori di via Roma infatti, oltre a travestirsi con simboli e slogan indipendentisti, stanno letteralmente truffando la gente perché affermano di aver partecipato ad una “Assemblea plenaria delle Nazioni Unite” spacciando per tale un semplice forum sulle minoranze, millantano consigli riservati inesistenti di funzionari ONU, e raccolgono firme mai consegnate e soldi senza ricevuta per riconoscimenti di cittadinanza dall’agenzia ONU di Ginevra che non ne ha competenza.
Vantano inoltre l’operato estero immaginario di una “Triest NGO” che a Londra ha solo un indirizzo postale, perché è ormai formata da quattro di loro, uno dei quali pluripregiudicato per truffe, che nascondono verbali e bilanci, si sono già appropriati di 14.500 euro raccolti ed affidati per un’expertise legale dal Movimento Trieste Libera, e ne dovranno affrontare le conseguenze penali qui e nel Regno Unito.
Quanto alla questione giuridica del Territorio Libero, questi imitatori con sede in via Roma sono in parte così ignoranti, ed in parte così compromessi con i poteri italiani, che non solo non sanno o non vogliono utilizzarla, ma attaccano ferocemente il Movimento Trieste Libera perché ha invece la competenza, il coraggio e le strutture per farlo.
Ormai il programma di quegli imitatori fraudolenti con sede in via Roma è abbastanza evidente dietro le loro chiacchiere: puntano solo ad accalappiare la base indipendentista triestina per riportarla nel recinto senza uscite della politica italiana, legittimandola col presentarsi alle elezioni italiane e lucrare per sé poltrone retribuite comunali, provinciali e regionali.
Dopodiché ripiegherebbero sui compromessi politici e sulle richieste sterili di autonomie, liquidando nel tempo le forze reattive della città come è già accaduto con la vecchia Lista per Trieste.
La sola differenza è che stavolta affidarsi a questi imitatori può far perdere l’ultima possibilità di salvezza, perché ormai la città è vicina al punto di non ritorno.
Gli imitatori hanno concluso il loro ultimo attacco in rete scrivendo che «chi vuol vedere finalmente riconosciuto il Territorio Libero dovrà scegliere bene su quale cavallo puntare». E questo almeno è vero. Ma prima occorre distinguere in pista i cavalli dai somari.
Ufficio Stampa del Movimento Trieste Libera