È stata una riunione importante quella del 21 giugno [2014]. L’assemblea di Trieste Libera per decidere il proprio futuro. È stata una dimostrazione del radicamento alla causa del Territorio Libero da parte degli iscritti.
Nonostante gli attacchi pesantissimi subiti in questi ultimi due mesi, nonostante una scissione interna determinata dagli interventi esterni delle autorità italiane, i cittadini di Trieste che si sono trovati sabato hanno dimostrato di non essere disposti a cedere di fronte e nessuna aggressione.
Quelli che sono passati dall’altra parte, abbandonando i loro compagni e prendendo le parti dello Stato italiano pur di arrivare a qualche compromesso utile economicamente, sono stati chiamati “traditori”.
Più volte questa parola è echeggiata nelle sette ore di una tesissima assemblea in cui i soci di Trieste Libera hanno potuto capire la pianificazione di un’azione attuata per distruggere il Movimento e la causa per i diritti di Trieste e del suo Porto Franco internazionale.
La prima diga contro questa marea distruttiva che vorrebbe spazzare l’ideale del Territorio Libero di Trieste per risucchiarlo nel mare dell’illegalità dello Stato delle camorre è stata eretta. Ed è formata dai quattrocento triestini che il 21 giugno del 2014 si sono fermamente schierati a difesa della legalità e dei loro diritti.
Ma è una diga che si rafforzerà e crescerà rapidamente. I cittadini del Territorio Libero vogliono tornare a respirare l’aria della libertà. E lotteranno senza tregua per la loro libertà.
Tratto dal blog “Ambiente e Legalità” di Roberto Giurastante