LA CORTE D’APPELLO DI TRIESTE RESPINGE IL PRIMO RICORSO. IMMEDIATA IMPUGNAZIONE IN CASSAZIONE.
Trieste, 11 gennaio 2012. – La Corte d’Appello di Trieste, con collegio presieduto dal giudice Alberto Da Rin, ha respinto la mia ricusazione del giudice Paolo Vascotto nel processo in cui ho sollevato l’eccezione sulla mancanza di giurisdizione italiana sulla città di Trieste e sull’attuale Territorio Libero di Trieste.
Il 14 dicembre, all’avvio del processo (qui il resoconto), avevo infatti contestato che in base al Trattato di pace del 1947 il Territorio Libero di Trieste era riconosciuto come Stato indipendente. Per questo non vi può essere esercitata la giurisdizione dall’Italia.
Dichiarandomi cittadino di diritto del Territorio Libero, sollevavo quindi l’eccezione di incostituzionalità: se infatti i giudici italiani locali non esercitano la corretta giurisdizione di Trieste, simulano questa italiana. Dal 1947 tuttavia Trieste è indipendente. E l’Italia riconosce il Territorio Libero.
La simulazione di sovranità e giurisdizione costituisce vìolazione dell’art. 10 della stessa Costituzione della Repubblica italiana. Chiedevo inoltre la sospensione del processo e la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale, unico organo di giustizia legittimato ad esprimersi sulle questioni costituzionali.
Il giudice rigettava la mia eccezione, in ulteriore vìolazione di legge, posto che procedeva con semplice ordinanza anziché l’obbligatoria sentenza (trattandosi di eccezione sulla giurisdizione), e senza alcuna motivazione se non quella “apodittica” che era “indiscussa” la sovranità italiana su Trieste.
Dopo avere ricusato il giudice, l’eccezione passava alla valutazione della Corte d’Appello che a sua volta la rigettava senza valutazione di merito. Stessa cosa per la ricusazione. Venivo inoltre condannato alla sanzione pecuniaria di 1.500 Euro (la massima applicabile).
Una punizione per avere “osato” esercitare i miei diritti – garantiti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dal Trattato di Pace – nella “colonia” italiana di Trieste.
E ora il caso della sovranità di Trieste va in Cassazione. Rappresentato dall’avvocato Livio Bernot il 9 gennaio ho impugnato la decisione della Corte d’appello di Trieste chiedendone l’annullamento con trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale.
Nel ricorso ho evidenziato come la stessa sanzione irrogatami dalla Corte d’appello rappresenti un grave atto intimidatorio:
“… a fronte dell’esercizio di legittimi diritti esercitati dal ricorrente quali quello dell’eccezione giurisdizionale, della dichiarazione della propria cittadinanza e della violazione del diritto di difesa.Diritti garantiti dalle Convenzioni e dai Trattati internazionali … e costituenti la legittimazione del ricorrente ad agire, e motivo di ricusazione del giudice avendo egli disapplicato il Diritto internazionale…”.
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