A Trieste i gruppuscoli pseudo-indipendentisti dissidenti di Giorgio Marchesich ed altri si sono fatti abbindolare da un vecchio faccendiere napoletano da Caserta, Gian Gaetano (detto Nello) Caso, il cui nome compare coinvolto in scandali dei servizi segreti militari italiani (1990-91 “caso Kollbrunner” per riciclaggio internazionale di titoli bancari rubati dalla banda della Magliana – QUI è pubblicata l’inchiesta aggiornata de La Voce di Trieste) ed in una serie anche recente di fallimenti, arresti e processi per gravi reati.
Caso risulta in particolare arrestato nel 2011 per abusivismo bancario da oltre 200 milioni di euro, 9 milioni di euro di fatture false, 80 milioni di euro di aumenti fittizi di capitale sociale, bancarotta fraudolenta, tentata truffa aggravata nei confronti della Regione Abruzzo per l’ottenimento illecito di fondi pubblici, falsità, calunnia aggravata e resistenza a pubblico ufficiale.
Il faccendiere si era presentato a Trieste da Roma nell’ottobre di quest’anno proponendo agli indipendenstisti di formare sotto il suo controllo personale e con appoggi e finanziamenti italiani un Governo illegale del Territorio Libero di Trieste (che è affidato all’amministrazione civile provvisoria del Governo italiano su mandato britannico-statunitense) e di occuparne il Porto Franco Nord con polizie private per creare incidenti internazionali.
Le proposte politiche e finanziarie del faccendiere italiano erano una provocazione rozza ed evidente in violazione dell’ordinamento giuridico e contro gli interessi legittimi dell’attuale Free Territory of Trieste, della Comunità internazionale e della stessa Repubblica Italiana. Il Movimento Trieste Libera ha perciò provveduto a documentare la provocazione, a respingerla ed a segnalarla.
I gruppuscoli dissidenti guidati dal Marchesich ed altri sono invece caduti in pieno nella trappola del faccendiere napoletano, accettando di formare il suo “governo” illegale e squalificante, che sotto la sigla “ICFPT” sta ora diffondendo proclami grotteschi e sgrammaticati. Si tratta di una vera e propria truffa, perseguibile anche a livello giudiziario per reati di eversione dell’ordinamento del Territorio Libero amministrato. Trieste Libera invita perciò tutti a non lasciarsene coinvolgere.
Ufficio Stampa del Movimento Trieste Libera